Una melodia antica, tramandata di voce in voce, torna a vivere tra le pagine di un libro. Nella domenica della Parola di Dio, la comunità di Esterzili ha ricevuto un dono speciale: un volume che raccoglie i Gòccius, i canti devozionali della tradizione locale, preziosi frammenti di fede e identità che attraversano i secoli.

Non è solo un libro, ma un legame tra il passato e il futuro. Il dono arriva in un anno ricco di significati: il Giubileo del 2025, il bicentenario della diocesi di Lanusei e il decimo anniversario del Coro parrocchiale. Un gesto che unisce la memoria collettiva alla celebrazione della comunità, che ha sempre trovato nella musica un modo per pregare, sperare e sentirsi unita.

I Gòccius, canti paraliturgici di origine iberica, sono diffusi in tutta la Sardegna e hanno radici profonde. Il loro nome, derivato dal latino gaudium (“gioia”), racconta il senso profondo di queste melodie: inni di devozione, esaltazione dei Santi, richieste di grazia e protezione. A Esterzili, il repertorio comprende canti dedicati a San Michele Arcangelo, Sant’Antonio da Padova, San Sebastiano Martire, Santa Vittoria, al Santissimo Sacramento, al Bambino Gesù, a Nostra Signora dell’Assunta, Nostra Signora dei Sette Dolori e al Santissimo Rosario. Un patrimonio da custodire, ma soprattutto da tramandare: ogni canto è una storia, ogni nota è una preghiera e ogni voce che lo intona tiene viva l’anima di una piccola comunità devota e attenta alle tradizioni.

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