Quando la vita ti mette a dura prova e ti fa toccare con mano la sofferenza degli altri, a volte capisci che anche tu puoi fare qualcosa per le persone meno fortunate. quello che è successo a Luciana Lecca, 60 anni. Dopo avere attraversato un periodo buio, ha deciso di aiutare chi aveva bisogno, mettendosi alla guida come volontaria del taxi solidale dell’associazione Anteas. Quando gli orari del suo lavoro come cuoca in una mensa della scuola materna glielo permettono, sale a bordo del Fiat Doblò attrezzato e accompagna anziani e persone con disabilità a fare le visite mediche negli ambulatori, negli ospedali ma anche solo a sbrigare commissioni. Sempre sorridente e con una parola di conforto per tutti, con il tempo è diventata anche un po’ psicologa e confidente, raccogliendo storie spesso di solitudine.

Il tumore

«Nel 2017 mi sono trovata da un giorno all’altro ad affrontare la diagnosi di un tumore al seno», racconta. «È successo tutto in un attimo. La vita scorre come sempre, poi ti metti una mano sul petto, così distrattamente e senti una strana pallina». All’inizio sembrava benigno. «Poi si è scoperto che non era così ed è iniziata la via crucis: l’operazione, la chemioterapia, la radioterapia».In quel periodo Luciana Lecca era sola, «mio marito era fuori, mio figlio lavorava, quindi a fare le terapie dovevo andare da sola e non è stata una passeggiata. Ma è da lì che ho pensato di mettermi a disposizione di quelle persone che dovevano fare le terapie che avevo fatto io in modo che non dovessero recarsi all’ospedale da sole».

La decisione

L’occasione è arrivata con Anteas. «All’inizio ero titubante nel mettermi alla guida del taxi solidale, perché non avevo mai guidato un mezzo come questo e avevo paura. Poi mi sono fatta forza ed è cominciata questa avventura. A bordo come me salgono tante persone con storie diverse, molte donne vedove e sole. E quando le corse diventano frequenti nasce un rapporto di amicizia». Come con una signora «che mi dice “sei una sorella per me”. L’accompagno sempre a fare visita al marito che sta in una rsa. Si confida, mi parla della sua vita». Ci sono anche tanti anziani soli «che dicono che in Anteas hanno trovato una nuova famiglia. Io questa solitudine la tocco con mano e mi commuovo, come le signore che vengono ai laboratori in sede. Sono vedove: non hanno più nessuno ma hanno tanta voglia di fare».

La missione

E poi ci sono gli altri. «Una bambina con la sua mamma che porto spesso al poliambulatorio e un ragazzo disabile che accompagno alle poste a ritirare la pensione». Nella sua vita Pinna ha anche fatto da mangiare per i clochard «per rendermi utile e regalare un po’ di gioia». Guidare il taxi come volontaria «è una cosa che faccio con tutto il cuore». Non mancano i dolori: «come quel signore che accompagnavo a fare le chemio ma che poi purtroppo è morto. Non lo dimenticherò».

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