Olbia, lenzuoli di tela imbevuti di cocainaLa droga veniva estratta in una raffineria
Una raffineria di cocaina è stata scoperta a Olbia dai carabinieri. Nello stabilimento veniva estratta la droga che arrivava dal Sud America nascosta nei lenzuoli. Per far arrivare i carichi, un'organizzazione sardo-ligure, aveva adottato lo stratagemma di sciogliere la polvere bianca e di impregnare alcune tele. In Gallura si seguiva il procedimento inverso con sostanze chimiche. Due olbiesi arrestati ieri.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Prima di far partire il carico interrogavano una maga: le chiedevano se percepiva il rischio che i carabinieri intercettassero la loro merce . Ma i sogni della sensitiva non sono stati premonitori e la banda sardo-ligure che importava dal Sud America lenzuoli impregnati di cocaina è cascata nella trappola dei carabinieri. Ieri mattina gli arresti: a Olbia sono finiti in manette Fabio Casula, barista di 35 anni, e Roberto Sanna, operaio di 44. Nella periferia della città, in una zona di campagna vicino a Porto Rotondo, i Cacciatori di Sardegna hanno individuato una piccola raffineria dove veniva recuperata (e confezionata) la cocaina nascosta nella trama delle tele.
L'ORGANIZZAZIONE I due giovani olbiesi, secondo le indagini curate dai carabinieri del Reparto operativo di Genova, erano collegati a una banda che da tempo aveva organizzato il traffico di coca tra l'Italia e l'Equador. Dove potrebbe essere nascosto Massimo Casula (il fratello di uno dei due arrestati), latitante dal 2005 e ricercato dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze. Sarebbe proprio lui, secondo i carabinieri di Genova, a procurare la cocaina dai narcotrafficanti sudamericani. E sempre lui sarebbe riuscito a organizzare il piano per far arrivare la droga in Italia. Con l'aiuto di alcuni chimici, in grado di trasformare in liquido la polvere bianca. Il sistema per aggirare i controlli era semplice: bastava impregnare alcune tele con trama larga, sistemarle in una valigia e affidarle a un corriere incaricato di trasportare i bagagli in Italia.
LA RAFFINERIA A Olbia, in un casa di campagna nella zona di Lu Mungoni, era stato creato un piccolo stabilimento dove era possibile recuperare tutta la cocaina. Seguendo il procedimento inverso: utilizzando sostanze chimiche infatti era possibile riportare la cocaina allo stato solido. A quel punto restava solo da preparare le dosi da rivendere in Gallura e in Liguria. A seguire le operazioni, secondo i carabinieri di Genova, era un gruppo di periti chimici fatto arrivare appositamente dall'Equador, lo stesso che si occupava di disciogliere la cocaina e di nasconderla nella trama delle tele.
IL BLITZ L'operazione “Kicca” è il frutto di quasi sei mesi di indagini che hanno coinvolto diverse forze di polizia straniere e anche la Dea americana. Prima del blitz di ieri mattina, che ha visto coinvolti i carabinieri di Olbia e i Cacciatori di Sardegna di Abbasanta, un altro arresto era scattato all'aeroporto Costa Smeralda il giorno di Pasqua. In quel caso i militari olbiesi avevano bloccato un ecuadoriano di 35 anni arrivato a Olbia con una valigia piena di lenzuoli imbevuti di cocaina. Da quelle stoffe i chimici del Ris di Cagliari sono riusciti a recuperare quasi due chili di polvere bianca: una quantità enorme di stupefacenti che doveva essere raffinata nella casa di Lu Mungoni. Nel corso degli ultimi cinque mesi diversi corrieri di droga sarebbero arrivati in Sardegna, tutti incaricati di trasportare le solite tele.
I SEQUESTRI In manette nel giro di qualche mese sono finiti in dodici: gli ultimi sono Fabio Casula e Roberto Sanna, i due olbiesi arrestati all'alba di ieri. Dodici i chili di cocaina sequestrati tra Memphis, Guayaquil, Madrid e Olbia.
NICOLA PINNA