Medici, infermieri e operatori della sanità in frontiera, sindaci parafulmine di tensioni e paure. Chiamati a rasserenare le proprie comunità, trovare risorse per rispondere alle esigenze più elementari, sostenere con forza le istanze che arrivano dai concittadini. "La riduzione dei tributi locali - osserva Salvatore Corrias, primo cittadino di Baunei e consigliere regionale d'opposizione - è la risposta immediata che i Comuni possono dare ai contribuenti colpiti dalla crisi, perché sarebbe di immediata applicazione. Affinché ciò sia possibile, la Regione non deve lasciare da sole le Amministrazioni locali che toccano con mani il problema dei contribuenti: è necessario implementare il fondo unico in modo che, potendo gestire tali risorse in maniera autonoma, senza vincolo di destinazione e avendo riguardo alle proprie competenze, l'ente locale possa intervenire nelle situazioni di contingenza dei propri cittadini, contribuendo a rendere meno gravosa la crisi generalizzata".

Salvatore Corrias, sindaco di Baunei, e Davide Burchi, sindaco di Lanusei (foto Tonio Pillonca)
Salvatore Corrias, sindaco di Baunei, e Davide Burchi, sindaco di Lanusei (foto Tonio Pillonca)
Salvatore Corrias, sindaco di Baunei, e Davide Burchi, sindaco di Lanusei (foto Tonio Pillonca)

"La mancanza di dispositivi di sicurezza non solo negli ospedali ma in tutti gli esercizi pubblici" costituisce un'emergenza per Davide Burchi, sindaco di Lanusei e presidente della conferenza socio sanitaria. "In secondo luogo - rileva Burchi - manca la comunicazione tempestiva delle persone in quarantena, da aggiornare quotidianamente per permettere il monitoraggio. Basta creare un database unico regionale gestito da una persona, una sola, che invii ai Comuni una email con l'elenco aggiornato. Nel frattempo, prevenzione, prevenzione, prevenzione".

DIFETTO DI COMUNICAZIONE Tra le preoccupazioni del sindaco di Tortolì Massimo Cannas è prevalente quella che riguarda la necessità di "avere maggiori e tempestive informazioni da Assl e Ats. Occorre perfezionare il coordinamento tra soggetti ed enti in campo; avremmo bisogno di pacchetto di norme certe per gli enti locali (faccio un esempio: regole per adunanze giunta e consiglio online; tempi procedure ridotti; potenziamento reti telematiche e wifi anche sull'intero territorio comunale; assistenza finanziaria ed economica certa per Comuni e cittadini". Il raccordo istituzionale è un'esigenza condivisa anche da Andrea Piroddi. "Per quanto concerne la mia esperienza", osserva il sindaco di Ilbono, "il problema più grande si sta rivelando essere la comunicazione tra Enti. Mi riferisco in particolare alla comunicazione tra l'unità di crisi prevista dalla Protezione civile regionale e la comunicazione con la Ats. Comunicazioni del tutto carenti o lacunose o con invio di dati totalmente errati. È stato istituito solo ieri il numero verde al quale noi sindaci possiamo rivolgerci per l'emergenza COVID-19". Da pochi giorni è riunita in modo permanente la conferenza Regione - Enti locali (Anci e Cal). "Speriamo che adesso - è l'auspicio conclusivo di Piroddi - la situazione migliori".

Marco Melis, sindaco di Arzana, e Rosalba Deiana, sindaco di Elini (foto Tonio Pillonca)
Marco Melis, sindaco di Arzana, e Rosalba Deiana, sindaco di Elini (foto Tonio Pillonca)
Marco Melis, sindaco di Arzana, e Rosalba Deiana, sindaco di Elini (foto Tonio Pillonca)

Finora immune da contagi - anche gli ultimi tamponi hanno dato esito negativo - l'Ogliastra non abbassa la guardia. "Per nostra fortuna - rileva Marco Melis (Arzana) al momento non abbiamo grosse criticità. Il fatto di non avere positivi ci deve però spingere a custodire e rafforzare questa peculiarità ormai unica in Sardegna. Gradiremmo maggiori e più precise informazioni da parte della protezione civile regionale sulle persone sottoposte a quarantena. Auspico il potenziamento dei sistemi informativi regionali e delle infrastrutture tecnologiche per non rimanere impreparati contro un eventuale prolungamento dell'emergenza. E bisogna iniziare a pensare seriamente alle conseguenze economiche che saranno severe e devastanti".

ECONOMIA ALLO STREMO Carlo Lai, sindaco di Jerzu, parte dai timori della sua gente e poi concede un'analisi di più ampio respiro. "Al di là della preoccupazione strettamente sanitaria che è veramente avvertita e porta i cittadini ad osservare scrupolosamente le prescrizioni di legge di queste ultime tre settimane, l'altro aspetto è l'angoscia per lo scenario economico futuro. La preoccupazione di imprenditori, artigiani, commercianti, professionisti e dei loro collaboratori l'avverto in maniera viscerale. Non c'è preoccupazione più giustificata".

Poi ci sono le domande da porsi in concreto: "Intanto l'emergenza di chiunque è costretto a "star chiuso" cioè quasi tutti. Quanto dura? Tre mesi?", si chiede Lai. "Da temere il calo dei consumi e della capacità di spesa di ognuno di noi nei mesi prossimi. Dunque servono agevolazioni. Fatturavi tot, non lo fatturi più, le banche ti prestano l'ammontare equivalente e lo Stato garantisce, mentre tu azienda o individuo, senza bisogno di presentare garanzie reali o fideiussioni personali, senza burocrazia folle e con l'unico vincolo di mantenere i livelli occupazionali, non paghi un euro di interessi e cominci a rimborsare in centoventi rate soltanto a partire dal 2022. Finita l'emergenza sanitaria sarà l'ora, appunto, delle garanzie statali, degli investimenti pubblici e di un fisco più leggero. Per far questo dobbiamo poter sforare, fare e disfare. È Finita l'era del parametro, dei vincoli di bilancio, dei patti di stabilità. Erano già in discussione a prescindere ed erano anacronistici perché questo Paese boccheggiava. Ora rischia di crollare. Le soluzioni semplicistiche non esistono ma livelli più alti di debito pubblico diventeranno una caratteristica permanente delle nostre economie e oserei dire che è persino banale pensare che o le istituzioni europee sapranno dare un segnale forte e concreto di compattezza e lungimiranza o l' Unione europea è finita. Se finirà perché in questo dramma non ha saputo far altro che proporre un pannicello caldo a fronte della più grande crisi dopo il secondo conflitto mondiale ce ne faremo tutti una ragione".

La crisi impone di sostenere chi è maggiormente in difficoltà, "soprattutto quella economica che attanaglia le famiglie", osserva Roberto Uda (Loceri). Non ci sono soldi per fare la spesa. Noi stiamo intervenendo in modo sistematico. La nostra proposta è che la Regione consenta ai Comuni l'utilizzo delle risorse del Reis (reddito di inclusione sociale) per alleviare le sofferenze". Ai deboli pensa anche Ivan Mameli (Bari Sardo) che si dice "preoccupato per la vulnerabilità dei soggetti cosiddetti invisibili, quelli che non beneficiano di alcun tipo di tutela ma che comunque esistono. Pensiamo ai tanti lavoratori in nero fermi da diverse settimane, con famiglie a carico. La situazione è complicata per tutti e pertanto occorrerà pensare a tutti nessuno escluso. Le pressioni sono tante e noi amministratori abbiamo il dovere di intervenire con tutte le nostre forze".

Massimo Cannas, sindaco di Tortolì (archivio L'Unione Sarda)
Massimo Cannas, sindaco di Tortolì (archivio L'Unione Sarda)
Massimo Cannas, sindaco di Tortolì (archivio L'Unione Sarda)

OPERATORI IN TRINCEA Infermieri, medici e operatori sanitari in genere combattono in trincea e a loro va il pensiero di Rosalba Deiana, sindaca di Elini. "Siamo tutti frastornati e spaventati da quanto sta succedendo" premette Deiana, "Siamo abituati a farci la corazza e a ripartire, ma la peggior difficoltà adesso e non aver strumenti materiali per aiutare il mondo sanitario (soprattutto) che si vede privo delle basi strutturali per far fronte a un fenomeno di questa portata. La soluzione sarebbe almeno la prevenzione. Garantire almeno i tamponi a tutto il personale sanitario e a quello addetto alle pulizie. Forse l'unico modo per scovare questo maledetto nemico. Nella nostra piccola realtà la strategia penso sia più facilmente attuabile".

Scarsa comunicazione tra struttura centrale e periferie a parte, secondo Franco Tegas (Talana) "in questo momento c'è la necessità e l'urgenza di presidi medici e dispositivi di protezione. Insomma - sottolinea Tegas - è prioritaria una maggiore sicurezza per i nostri medici, infermieri e pazienti. L'altra preoccupazione è legata alla possibile lentezza nell'attuazione delle misure economiche (direi poca cosa rispetto ai reali bisogni delle famiglie e delle imprese) messe in campo finora".

Da sindaco, di Osini, e da medico, Tito Loi prevede che questa situazione durerà mesi . "E come sindaci - osserva - molto presto, domani, dovremo affrontare le drammatiche emergenze economiche e sociali che ne stanno derivando. Il mio pensiero, oggi, va alle persone che stanno vivendo questo momento in solitudine".

I Comuni cercano di soccorrere i bisognosi come possono. "Noi - spiega il sindaco di Girasole Gianluca Congiu - abbiamo stanziato soldi per aiutare le persone senza alcun ammortizzatore e protezione sociale. Lo Stato e la Regione Sardegna dovrebbero quindi mettere in campo meno burocrazia e bloccare o cancellare i versamenti Iva contributi per le imprese chiuse e d'altra parte assicurare un minimo di 500 euro a tutti gli individui che non hanno alcun sostentamento (né pensione, né cassa integrazione, né reddito di cittadinanza, né stipendio pubblico). Regione e Stato devono garantirgli il sostentamento".
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