Un centinaio di manifestanti, controllati da una imponente presenza delle forze dell'ordine, hanno dato vita stamattina ad una azione contro il Cpr a Macomer, del quale si chiede la chiusura immediata. «Tutti i Cpr devono essere chiusi - urlano a turno i manifestanti - cominciamo da quello di Macomer». Con slogan e striscioni, i rappresentanti di diversi movimenti politici hanno presenziato alla manifestazione annunciata da tempo dall'assemblea Non Cpr Sardegna. Per motivi di sicurezza i partecipanti sono stati tenuti lontani dalla struttura (che, attualmente, ospita una cinquantina di migranti in attesa di rimpatrio), nello slargo davanti alla ex birreria.

Le forze dell'ordine (foto Oggianu)
Le forze dell'ordine (foto Oggianu)

Le forze dell'ordine (foto Oggianu)

«Denunciamo una situazione precaria dei reclusi e non ospiti come li chiamano loro - dice Teresa Concu - Lo Stato ha finanziato due milioni e 600mila euro per raddoppiare la struttura. Quindi non per migliorare la qualità della vita dei detenuti, che vivono in una situazione precaria, anche dal punto di vista ambientale, della alimentazione e dei diritti umani. Tutti vivono 18 mesi di sofferenza». Michele Salis aggiunge: «Continuiamo la nostra attività per rompere il silenzio e per stimolare il dibattito, anche all'interno dei consigli comunali».

Vengono distribuiti volantini, dove si denunciano le pessime condizioni di vita dentro i Cpr. «Una brutta forma di disumanizzazione - dice Pier Paolo Loi - diciamo basta a questa grave sofferenza a cui vengono sottoposte tante persone, incarcerate in un lager senza aver commesso nessun reato». Alla fine un corteo spontaneo ha raggiunto piazza Sant'Antonio,  il centro della cittadina, scandendo slogan contro il Cpr.

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