Ancora un incendio all'interno del Cpr di Macomer. È accaduto ieri notte, subito dopo le 23, quando è scattato l'allarme. Alcuni ospiti hanno dato fuoco ai materassi e subito l'incendio è divampato nell'intero blocco. Sul posto, prima dall'arrivo dei Vigili del Fuoco e delle ambulanze del 118 operavano già gli addetti alla sorveglianza e le forze dell'ordine. Le fiamme ai materassi sarebbero state appiccate da un gruppo di cinque persone, subito individuate.

Il blocco interessato è stato evacuato e i vigili del fuoco hanno potuto operare, anche per valutare eventuali danni alla struttura, interessata da qualche tempo ad un intervento di sistemazione. Non è la prima volta che succede. Le forze dell'ordine stanno vagliando le immagini riprese dalla videosorveglianza, per accertare le responsabilità. Immediata la reazione. «La situazione è ingestibile se non si cambia normativa- scrive Irene Testa, garante regionale delle persone private della libertà- da oltre due mesi ho scritto al comitato di prevenzione della tortura Onu per chiedere una visita al Cpr di Macomer. Non ci sono state risposte. Ho parlato col Prefetto di Nuoro, per poter consentire agibilità abitativa ai trattenuti nel centro. La situazione esplosiva non è da imputarsi certamente alla gestione, ma al decreto Cutro e al regolamento Lamorgese».

Per Irene Testa, chi deve rimanere in condizioni detentive per 18 mesi senza poter svolgere nessun tipo di attività all'interno del centro e senza aver commesso alcun reato, viene preso dalla disperazione e scoramento. «Situazioni che poi sfociano in gesti disperati- scrive Ancora Irene Testa- Purtroppo ogni eventuale e ulteriore pressione richiesta di repressione dei comportamenti più a rischio, in questo contesto, poco potranno fare verso le criticità se non si affronterà il problema alla radice».   

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