È da sempre un’istituzione del commercio ittico nel Campidano. La pescheria Serra di via Garibaldi, a Guspini, ha chiuso dopo quasi sessant’anni di attività. Aperta nel 1964, rappresentava un punto di riferimento per i residenti dell’intera zona. Efisina Aramu, oggi ottantasettenne, aveva gestito il negozio insieme a sua figlia Gianna Serra, sessantenne, ed era, fino a pochi giorni fa, la commerciante più anziana del paese. La pescheria era rinomata per il suo impegno nella fornitura di pesce fresco di qualità, con una predilezione per i pescati provenienti dal Mediterraneo, in linea con una visione ecologista.

La storia

Efisina, con la sua famiglia originaria di Terralba, gestiva un albergo a Marceddì, una frazione di Terralba a 35 chilometri da Guspini. Con il marito, il guspinese Virgilio Serra, oggi scomparso, nei primi anni ‘60 aveva formato una cooperativa con un gruppo di pescatori del borgo di Marceddì, con l’obiettivo di raccogliere il pescato locale per distribuirlo nei paesi circostanti. Da qui l’apertura della storica pescheria di via Garibaldi a Guspini, che offriva l’opportunità di gustare i prelibati frutti del mare oristanese. La vendita di pesce fresco era il punto di forza della loro attività, supportata da una filosofia di mercato volta a «offrire i prodotti che il mare ci mette a disposizione in ogni stagione dell’anno, fondamentale per rispettare la natura e preservare l’equilibrio degli ecosistemi marini», spiega Efisina Aramu. Sua figlia Gianna concorda: «Circa l'80 per cento del pesce proveniva da piccole imbarcazioni di pescatori, contribuendo a sostenere l’economia locale. Solo la restante parte veniva acquistata all’ingrosso, ma prediligevamo il pesce del Mediterraneo come segno del nostro impegno a favore dei pescatori locali».

La chiusura

La decisione di chiudere non è stata affatto semplice. Efisina nell’ultimo periodo è stata male e gli affari non andavano a gonfie vele come in passato, cresceva il rischio di rimetterci. «Questa situazione ci ha fatto riflettere», ammettono le due donne. «Ho vissuto intensamente l’esperienza della pescheria con mia madre, ma ora devo starle accanto di più. Con l’avanzare dell’età, il lavoro stava diventando troppo gravoso, e rischiavamo di accumulare debiti», afferma Gianna. Efisina ha risposto con una nota romantica: «In tutta la mia vita non ho mai desiderato fare altro mestiere. I nostri clienti ci hanno dato tanto anche dal punto di vista emotivo. Guspini, in passato ricca di opportunità commerciali, ha visto declinare le sue prospettive dopo la chiusura delle miniere e l’arrivo dei grandi supermercati. Noi non ci siamo mai date per vinte, ma ora è tempo di riposarci». La bottega è stata la loro casa per decenni, e tra quelle mura le donne hanno trovato conforto, anche dopo un grave lutto: «Dopo la scomparsa di mio figlio è stato incredibilmente difficile andare avanti. Per una madre quella è la peggiore delle sofferenze ma il lavoro in pescheria con mia figlia Gianna ha aiutato, in parte, entrambe a sopportare questa tragedia».

Il futuro

La famiglia continuerà a commerciare pescato con la terza generazione che prende il testimone. «Mio fratello ed io siamo cresciuti tra Guspini e Marceddì, contribuendo all’attività di famiglia. Anche noi abbiamo formato famiglie e i nostri figli gestiscono le rivendite aperte a Terralba e Mogoro», afferma Gianna. «Mantengono vivo l’insegnamento e la dedizione al cliente trasmesso dai nostri genitori fin da quando eravamo bambini».

Giovanni G. Scanu

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