Una famiglia totalmente dedita al volontariato: da cinque anni l’associazione Serrenti Soccorso odv è al servizio della popolazione. Gli operatori sono tre: Alessandro Littera, 29 anni, Filomena Lecis, 56, sua madre, e Laura Ardu, 26, la sua compagna. Recentemente, si è unito anche il fratello di Alessandro, Mauro, 24 anni, autista e volontario. L’associazione, racconta Alessandro, «è nata nel 2019 con dieci soci: c’era una parentela tra tutti, è nato tutto in casa e con puro senso di volontariato». A fondarla fu papà Franco, morto tre anni e mezzo fa per un infarto collegato al Covid-19.

Il fondatore

Quando diede vita a Serrenti Soccorso, Franco Littera aveva già oltre dieci anni di esperienza nella Croce Rossa del paese e aveva collaborato anche durante il disastroso terremoto a L’Aquila. Seguendone l’esempio, Alessandro si era avvicinato al volontariato già nel 2016: a quei tempi, suo padre aveva fondato con altri volontari un’associazione che operava nell’Oristanese. Rimaneva però il desiderio di un’associazione a Serrenti: obiettivo raggiunto il 18 aprile di cinque anni fa.

Gli inizi e la pandemia

«Siamo partiti piano piano», ricorda Alessandro Littera: «La prima ambulanza ci è stata donata dalla Protezione civile di Serrenti: l’avevamo soprannominata Augustina. Non era recente ma potevamo iniziare». Le successive ambulanze sono state ribattezzate “Franco” in onore del fondatore scomparso. Il primo servizio è stato durante una manifestazione sportiva a Serrenti.

Nel 2020 la pandemia ha ridotto le attività della neonata associazione ai servizi essenziali, come il trasporto di farmaci nelle case. Un periodo particolarmente difficile, segnato dalla morte di Franco Littera, padre e guida.

«Il medico di famiglia – racconta Alessandro – gli aveva prescritto una radiografia. Siamo andati a farla in un ospedale il 29 dicembre 2020: ci hanno fatto aspettare quasi tutto il tempo all’aperto finché non ci hanno dato il referto. Quel giorno, purtroppo, avevano pochi tamponi e non potevano farlo a tutti; papà fu rimandato a casa senza controllare se avesse o meno contratto il virus».

Quattro giorni dopo, il 2 gennaio 2021, l’infarto fatale, successivamente collegato al Covid-19. Franco Littera aveva 55 anni.

«Ci siamo bloccati per 10 mesi», riprende Alessandro: «Nessuno di noi riusciva a salire in ambulanza. Poi, un giorno, ho detto “Ci riprovo”: l’ho fatto con il 118. Ho ricominciato per una promessa fatta a mio padre: il giorno del funerale ho detto che sarei entrato nel 118 per lui». Da quel momento, l'associazione è riuscita a risollevarsi e a riprendere la propria attività.

Lavoro e volontariato

Alessandro ora lavora come autista del 118, Laura e Filomena nel mondo dell’assistenza agli anziani.

Conciliare lavoro e volontariato non è semplice: «Quando si può – aggiunge il 29enne – si esce tutti e tre, altrimenti anche in due. Dipende anche dal servizio».

Tuttavia, quando si tratta di prestare soccorso, in casa Littera nessuno esita a mettersi in gioco, anche dopo il lavoro. Quando l’autista non è in turno, c’è sempre piena reperibilità: sempre pronti a intervenire giorno e notte, per qualsiasi necessità.

Emanuele Corongiu

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