Preoccupa il risultato delle analisi su due cornacchie abbattute a Sardara il 4 agosto scorso nell'ambito di un'attività controllata a protezione delle colture agricole. I due uccelli sono risultati positivi, come il gheppio ritrovato a fine giugno a Lotzorai, al virus West Nile.

E dunque scatta l’allerta nel Campidano, perché aver trovato due infetti nel mucchio, spiegano gli esperti, significa che in questa zona c'è una forte presenza del virus.

Mentre nel Nord Italia è allarme rosso poiché crescono di giorno in giorno i casi di pazienti con febbre del Nilo, in Sardegna, zona endemica, l'allerta è stata elevata dopo il caso del 72enne di Massama ricoverato in gravi condizioni a Oristano.

Un solo episodio nell'uomo, mentre – dato confermato dall'osservatorio epidemiologico dell'Istituto Zooprofilattico – sono tre i casi di positività degli uccelli (serbatoi del patogeno) emersi dalla sorveglianza veterinaria e dalle analisi dell'Istituto Zooprofilattico.

La settantina di trappole per le zanzare (insetti vettore che si infettano pungendo i volatili e cibandosi del loro sangue) sparse in tutta la regione, invece, finora non hanno dato segnali. È stata però accertata, grazie a una di queste trappole, la presenza del virus Usutu (altro patogeno sotto sorveglianza; patologia e contagio simile alla febbre del Nilo) in territorio di Dorgali.

L'unità di crisi regionale ha definito ulteriori controlli e disposto maggiori informazioni alla popolazione (ci devono pensare i Comuni). Lo scudo su cui puntare è la prevenzione visto che non c'è il vaccino (esiste solo per i cavalli ).

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