Nemmeno più bussano. Entrano e basta, senza nemmeno chiedere permesso. I signori del vento, nel Campidano di Cagliari, terra ricca come poche, si sono presentati a modo loro. Senza dire niente a nessuno, tra il giorno e la notte. Il biglietto da visita è una torre di 20 piani infilzata tra le fertili pianure e colline tra Samassi e Serrenti, nell’enclave sarda dei carciofi gold, quelli che sbancano i mercati lombardi e non solo.

Dallo spinoso alle pale

Quando la gru ha cominciato a manovrare in mezzo ai campi, con il raccolto dello “spinoso” già concluso, in molti hanno pensato alla solita antenna da innalzare per amplificare il segnale telefonico. Il passaparola non ha retto a lungo. L’unico rumore da ascoltare con quel marchingegno piazzato in cielo era il sibilo del vento, quello di bassa e media quota. Da registrare c’è l’intensità e la costanza, quanto soffia e per quanto tempo. Per il resto saranno gli algoritmi a tradurre il tutto nella slot machine degli incentivi, quelli miliardari, che il governo di Mario Draghi in persona si prepara a distribuire a chi si candiderà a spendere, senza perdere troppo tempo, i fondi infiniti del Recovery plan.

Spendere

In ballo c’è la parola d’ordine della transizione ecologica, con una regola che scorre sibillina nei mercati della finanza energetica e non solo: non importa investire o spendere bene, l’importante è spendere. Lo ha capito una pletora di società, da profittatori dell’ultim’ora, inventatisi di colpo novelli cercatori di vento, sino ai patriarchi dell’eolico con società dal nome primordiale e antesignano dell’energia del vento. Lo sbarco nel Campidano di Cagliari, in una terra promessa all’agricoltura di qualità, è silenzioso. Silenzio religioso, da non confondere con rispetto e educazione. Certo, non poteva passare inosservata quella torre bianca e rossa, con quella luce notturna lampeggiante in vetta, piazzata lassù per segnalare il traliccio ai voli a bassa quota dell’Eurofighter TF.2000, il micidiale jet da guerra che su quel corridoio aereo svolazza da giorni, nonostante la calura estiva.

Cortesia gratuita

E siccome non poteva sfuggire a Enrico Pusceddu, il giovane Sindaco di Samassi, che governa più strade rurali che urbane nella terra dell’agricoltura, i signori del vento hanno preferito, a giochi fatti, bussare alla porta del Municipio del centro agricolo alle porte di Cagliari. Quando varcano il portone della casa di tutti non hanno molto da dire. Visita di cortesia, la definiscono. Giusto per presentarsi, ma premettono: non abbiamo bisogno di niente. Le autorizzazioni per innalzare le orecchie del vento nel cielo di Samassi non servono e sanno bene che il loro piano di invasione eolica non passerà né per il Comune e tantomeno per la Regione.

Stakeholders del vento

Si presentano come fossero degli astronauti caduti dal cielo anglosassone: «Siamo gli Stakeholders Engagement Analyst di Sorgenia». Roba grossa e altisonante, pompa magna persino nella definizione inglese di procacciatori di clienti di terre e consenso per piazzare pale eoliche nelle distese agricole che congiungono Serrenti, sulla Carlo Felice, con i confini del centro abitato di Samassi. Il bigliettino da visita allegato a quei quattro foglietti messi in croce da consegnare al primo cittadino ha un solo nome: Tommaso Maroni.

Progetto «Samassi»

E’ lui che “pinza” il simbolo di Sorgenia sulla copertina della brochure più scontata del mondo, con un titolo da far accapponare il buon senso: progetto eolico «Samassi». E, per essere più chiari, precisano il sito prescelto per la scalata eolica: Samassi – Serrenti. Il cuore del Campidano, traguardando le altre quattro esse di Samatzai, Serramanna, Sardara e Sanluri. L’altra esse, che rimbalza nel proscenio della terra dei carciofi e dei pomodori, è quella di Sorgenia, la società nata e indebitata all’inverosimile con la lungimiranza del patron dell’Olivetti, quel Carlo De Benedetti che aveva visto lungo, ma troppo presto, gli affari energetici.

De Benedetti e le banche

La sua creatura non è saltata in aria per miracolo, nonostante debiti per 1,8 miliardi di euro. Il controllo passò alle banche, sino ad ottobre dello scorso anno quando Sorgenia viene scalata da F2i sgr, il principale Fondo Infrastrutturale italiano, affiancato dal fondo spagnolo di investimento Asterion Industrial. Una potenza finanziaria con il lascia passare nelle stanze dei palazzi che contano. E l’atteggiamento è da padroni del mondo.

Comanda Roma

La premessa che rivolgono al capo dell’amministrazione è sintetizzabile: siamo qui per pura cortesia, le autorizzazioni arriveranno direttamente da Roma con il nuovo decreto del governo, quello per intenderci che commissarierà la Sardegna, sottraendo ogni potere a Comuni e Regione. Enrico Pusceddu, sindaco senza il dogma delle ideologie, non ama le imposizioni e rigetta ogni abuso sulla propria terra. «Siamo sempre stati una comunità con un innato rispetto per l’ambiente. Non siamo contro le rinnovabili, ma non possiamo accettare che nelle terre più fertili della Sardegna si possano piazzare pale eoliche funzionali solo ad affari e devastazione paesaggistica. A noi sardi non resta energia, non resta un euro, e per giunta il bene intangibile del paesaggio verrebbe devastato. Siamo pronti alla mobilitazione, non staremo a guardare».

Confidenziale

Altrettanto farà Sorgenia che, a pagina sette della nota «strettamente confidenziale», consegnata al Sindaco, come se ci si potesse rivolgere ad una amministrazione pubblica «confidenzialmente», dispiega le offerte di «compensazione» in cambio di consenso. Il testo è da brividi: si va dalla sponsorizzazione delle sagre paesane alla realizzazione di piste ciclabili, dalla riforestazione di specie autoctone alla qualificazione di aree di pregio ambientale, come se non sapessero che in quelle terre del Campidano si coltivano colture orticole, carciofi e pomodori, e non sugherete. Il pregio ambientale qui è il paesaggio, è l’attività produttiva agricola che nobilita quelle terre, non certo quelle pale gigantesche utili solo a far girare il contatore dei soldi di Stato da elargire ai signori del vento. In questa vicenda non c’è solo la sostanza della proposta, l’invasione delle terre agricole con le pale eoliche, ma c’è il metodo con il quale le multinazionali si presentano al cospetto di un Municipio, la casa dei cittadini.

Le elemosine

A gridare l’affronto sono quelle «misure di compensazione», tradotte in miserevoli sponsorizzazioni di eventi e sagre paesane in cambio di pale conficcate in quelle terre, di affari milionari da barattare con qualche maglietta per la squadra di calcio o per un manifesto sponsorizzato per la sagra dei carciofi.

Slote machine

Con quelle 11 pale ciclopiche, già preannunciate al Comune di Samassi, i signori di Sorgenia potrebbero portarsi a casa non meno di 20 milioni di euro all’anno, per non meno di vent’anni. Certo, in cambio metterebbero l’effige della società nella sagra del paese, le Pro loco incasserebbero qualche elemosina, ma nel contempo si consumerebbe l’ennesima violenza su quel patrimonio inviolabile della Sardegna, dal paesaggio all’ambiente, mettendo a rischio il rispetto per quei campi, ricchi di un bene prezioso, la dignità del lavoro e la bontà dei prodotti agricoli del Campidano. Sorgenia spa, via Algardi 4, Milano, sede fiscale per i guadagni milionari sulle terre di Samassi. Più che transizione ecologica, affari a buon mercato.

Mauro Pili

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