Un gesto che vale più di mille parole. A Guspini, stamattina, gli studenti dell’Istituto Buonarroti hanno dato una lezione di civiltà a tutti sollevando la voce a difesa delle donne iraniane. Nella sede di via Velio Spano, gli studenti si sono tagliati una ciocca di capelli in segno di protesta per andare simbolicamente contro le vessazioni e le violazioni dei diritti fondamentali che le donne iraniane sono costrette a subire, ma anche contro le torture e la pena di morte che attentano all’inviolabilità e alla dignità della persona.

C’è stato inoltre un flashmob: alcune ragazze portavano l’hijab e se ne sono liberate gettandolo a terra, in un chiaro segno di protesta. Un’iniziativa in ambito scolastico che forse non ha precedenti in Italia: il messaggio arriverà direttamente all’ambasciata Iraniana a Roma. Previsto per domani l’invio di un plico contenente le ciocche e alcuni messaggi dei ragazzi direttamente all’ufficio diplomatico del paese medio orientale.

Gli studenti (foto Scanu)
Gli studenti (foto Scanu)
Gli studenti (foto Scanu)

L’idea – I ragazzi di tutte le classi, nell’ambito delle attività di educazione civica, hanno studiato l’articolo 3 della nostra Costituzione e hanno constatato che in in vari Paesi del mondo non siano garantiti i diritti fondamentali come sancisce la nostra Carta. Da qua è nata l’idea di "Una ciocca per l'Iran", sposata dal dirigente Mauro Canu e da tutto lo staff dell’istituto. «Gli studenti hanno deciso di affrontare in maniera concreta i problemi e la forte repressione che stanno subendo i coetanei come loro, rischiando ogni giorno la vita semplicemente per rivendicare libertà ed eguaglianza tra i due sessi», dice il docente Martino Contu. L’Istituto si unisce quindi alle tante voci che coraggiosamente si sollevano in Italia e nel mondo per supportare le proteste e per condannare l’oppressione delle donne iraniane.

Il gesto – A livello mediatico si è abituati a vedere che gesti del genere siano solitamente fatti da personalità conosciute, ma mai nessuna scuola è intervenuta nel concreto e nello specifico per manifestare in questo stesso modo: «I ragazzi hanno deciso di portare la protesta direttamente all’ambasciata che rappresenta il governo dell’Iran», asserisce Stefano Casula, vice preside dell’Istituto. Oltre ai loro messaggi e alle ciocche, nel plico inseriranno anche l’articolo 3 della Costituzione per far capire quanto sia importate il rispetto dell’uguaglianza di genere.

Uno dei messaggi che verrà inoltrato assieme alle ciocche (foto Scanu)
Uno dei messaggi che verrà inoltrato assieme alle ciocche (foto Scanu)
Uno dei messaggi che verrà inoltrato assieme alle ciocche (foto Scanu)

Una presa di posizione per un’iniziativa toccante che viene dal cuore dei ragazzi. Un segnale forte per una causa che sta sposando tutto il mondo occidentale con gesti che oramai sono all’ordine del giorno. «Un conto è tagliarsi i capelli per mostrare così la solidarietà, è invece importate recapitare il messaggio direttamente alle autorità che stanno reprimendo questi giovani, molti dei quali hanno la stessa età dei nostri studenti», spiega Contu, aggiungendo: «È giusto che i ragazzi vengano sensibilizzati ed è ancora più importante che ci sia stata, da parte loro, la volontà di portare avanti questa iniziativa. In altri paesi esiste una legislazione ad hoc che non considera la donna al pari all’uomo, e uno di questi paesi è l’Iran. In una realtà come quella, se ad una ragazza esce fuori una ciocca di capelli dall’hijab, la polizia morale si sente autorizzata a massacrarla di botte».

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