Lula, Laura Manfredi sotto processo
Il colonnello Favarolo e l'ex sindaco Calia testimoni in aula al processo contro Laura Manfredi, ex compagna di Matteo Boe e madre di Luisa, la ragazzina uccisa per errore a Lula nell'autunno del 2003, accusata di aver calunniato dell'ufficiale.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
È un processo anomalo quello che vede sul banco degli imputati Laura Manfredi, ex compagna di Matteo Boe e madre di Luisa, la ragazzina uccisa per errore a Lula nell'autunno del 2003. Proprio a causa delle indagini sul delitto è nato il contesto in cui la Manfredi avrebbe calunniato il colonnello Salvatore Favarolo, all'epoca comandante provinciale dell'Arma.
E tutto perché la donna si era opposta all'archiviazione del caso spiegando che c'era stata una fuga di notizie, in qualche modo determinante per il buon esito dell'inchiesta. In particolare, che ad aver passato alcune informazioni a Maddalena Calia (allora sindaco di Lula), relative alle persone sottoposte a intercettazioni telefoniche, sarebbe stato l'ufficiale.
La Calia, di quanto era a sua conoscenza, aveva poi informato l'assessore Giampietro Cicconi il quale, a sua volta, durante una conversazione in auto (registrata con una microspia sistemata nell'abitacolo), l'avrebbe riferito al suo collega di giunta Giovanni Puggioni. Il classico segreto impenetrabile.
La procura agì d'ufficio contro la Manfredi per difendere la reputazione del colonnello. Che ieri mattina, davanti al giudice nelle vesti di testimone (insieme alla Calia), ha negato, naturalmente, di aver mai parlato di indagini con persone “non degli uffici”. Non solo: che lui con la Calia aveva solo rapporti istituzionali legati alla situazione difficile di Lula.
Ancora: «Quando sequestrammo il fucile a Cicconi - ha ricordato Favarolo - la Calia si lamentò sostenendo che ci fosse un complotto contro il comune e che noi, anziché indagare sui responsabili dei crimini, mettevamo sotto inchiesta gli amministratori pubblici». Ultima annotazione: «Non ho sporto querela contro la Manfredi perché capisco il dolore di una madre e ne ho rispetto».
L'ex sindaco ed europarlamentare Maddalena Calia, dopo aver ascoltato fuori dall'aula la deposizione del colonnello (una strana anomalia), si è seduta davanti al giudice per testimoniare la sua versione dei fatti. Quasi una fotocopia della prima: «Che io possa aver detto a Cicconi qualcosa riferitomi da Favarolo? Assolutamente no. E poi, a me il colonnello non ha mai detto niente. Ho telefonato sì alla moglie di Cicconi per tranquillizzarla ma non le ho certo parlato di cose che non sapevo e non potevo sapere».
Si riprenderà il 3 maggio con la deposizione di Cicconi e Puggioni come è stato chiesto dal difensore di Laura Manfredi, Gianluigi Mastio. ( v. f. )