Il sistema sanitario regionale non garantisce ai sardi i livelli essenziali di assistenza. La certificazione di un sistema che arranca – e peggiora negli anni – è contenuta  nell’ultimo report del ministero della Salute, pubblicato nei giorni scorsi: appena sufficiente il punteggio nel settore prevenzione (61,63 su 100, con il minimo fissato a 60), male quello ospedaliero (58,71), malissimo nella medicina distrettuale: 49,34 su 100 punti.

La Sardegna non centra gli standard in due macroaree di valutazione su tre. Peggio fanno solo la Calabria e la Valle d’Aosta (tre valutazioni negative su tre). L’analisi è riferita al 2021 e dal dicastero specificano che su quel periodo incidono ancora gli strascichi della pandemia. Ma vale per tutte le regioni. Quindi la bocciatura non perde forza. 

Per capire, ecco alcuni parametri usati per dare il giudizio. Per l’area prevenzione si prendono in considerazione, tra gli altri, la copertura vaccinale nei bambini a 24 mesi per ciclo base, la copertura delle principali attività di controllo per la contaminazione degli alimenti, la proporzione di persone che hanno effettuato test di screening di primo livello sulla mammella o la cervice uterina. 

Alla voce “Assistenza distrettuale” si trovano il tasso di ospedalizzazione standardizzato in età pediatrica, l’intervallo Allarme-Target dei mezzi di soccorso (ossia i tempi di intervento del 118) o la percentuale di prestazioni, garantite entro i tempi, della classe di priorità B. Sull’assistenza ospedaliera si valutano (sempre tra altri parametri) la “Quota di interventi per tumore maligno della mammella eseguiti in reparti con volume di attività superiore a 150 interventi annui”, la percentuale di pazienti con più di 65 anni con diagnosi di frattura del collo del femore operati entro 2 giorni in regime ordinario o la proporzione di colecistectomie laparoscopiche con degenza post-operatoria inferiore a 3 giorni. Settori che vengono considerati sentinella per l’osservazione dell’adeguatezza delle prestazioni. 

L’Isola è quasi a terra con lo screening (voto 21), non fornisce i dati sul "numero dei deceduti per causa di tumore assistiti dalla Rete di cure palliative sul numero deceduti per causa di tumore”.

Il ministero segnala criticità  «per gli indicatori P01C - Copertura vaccinale nei bambini a 24 mesi per ciclo base (polio, difterite, tetano, epatite B, pertosse, Hib), copertura vaccinale nei bambini a 24 mesi per la 1° dose di vaccino contro morbillo, parotite, rosolia (Mpr) e Proporzione di persone che hanno effettuato test di screening di primo livello, in un programma organizzato per mammella, cervice uterina e colon retto». Inoltre è sottolineato il mancato invio  da parte della Regione  dei flussi Sias, Far e Hospice.  E si segnalano delle criticità per l’indicatore “Intervallo Allarme-Target dei mezzi di soccorso”. Numerosi anche gli allarmi sull’assistenza del settore ospedaliero. 

«Il report  vede la Sardegna tra le sette regioni italiane che non hanno raggiunto la sufficienza», attacca la consigliera regionale del M5s, Desirè Manca, «un dato che descrive una triste realtà che non si può più nascondere, nonostante il lungo discorso patinato dell’assessore alla Sanità, Carlo Doria, portato in Consiglio regionale in occasione della discussione della mozione di sfiducia nei suoi confronti. Ogni tentativo di edulcorare la realtà crolla oggi davanti ai dati, distanti anni luce dal quadro roseo presentato da Doria».

(Unioneonline/E.Fr.)

  

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