Prima il giro nei laboratori, poi la firma di un memorandum d'intesa per offrire ai detenuti opportunità di lavoro nel settore tecnologico. 

Il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, ha raggiunto il carcere di Uta alle 12 per inaugurare il nuovo laboratorio che darà un lavoro a otto detenuti nel penitenziario cagliaritano.

"La mobilitazione di istituzioni, aziende ed enti permette tutto questo", ha evidenziato la Cartabia.

"Il lavoro è decisivo per garantire il volto costituzionale della pena. Non è un'occupazione qualsiasi, ma si tratta di un lavoro retribuito che garantisce una formazione verso per una professione che guarda al dopo, alla fine pena".

Un progetto reso possibile grazie alla collaborazione fondamentale delle aziende che hanno dato il loro apporto.

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Due gli ambiti specifici: un progetto di rigenerazione degli apparati terminali di rete, con Fastweb, Linkem, Tiscali, Sky, Telecom Italia, Vodafone e Windtre, l'altro per la realizzazione di reti di  accesso alle telecomunicazioni, con Open Fibra, Siete e Sirti. Poi la firma sul memorandum, in collegamento con Torino alla presenza del ministro per l'Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, per l'avvio dei programmi di formazione a favore dei detenuti in carcere e per quelli che potranno uscire, all'esterno.

Potenzialmente saranno 1500 i detenuti in tutta Italia coinvolti nel doppio progetto. "Diamo il via", ha sottolineato il ministro Colao, "a un'iniziativa che potrà essere replicata anche da imprese di altri settori dando nuove occasioni di formazione e lavoro a tanti detenuti".

E due detenuti hanno evidenziato la loro felicità per poter partecipare a questo progetto: "Può dare una speranza soprattutto ai giovani che hanno sbagliato. Un impiego per potersi garantire un futuro".

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