«Immobili in Sardegna messi in affitto dallo Stato senza interpellare la Regione»: il caso in Parlamento
Interrogazione di Ghirra (Progressisti) sul bando del Demanio per il partenariato coi privati. Interessati 5 siti. L’assessora Laconi: «Così si vìola lo Statuto»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il braccio di ferro tra Sardegna e Demanio arriva in Parlamento.
«L’ex batteria militare di Poggio Raso a La Maddalena, l’ex batteria militare di Capo d’Orso a Palau, la palazzina ex alloggio agenti penitenziari e l’edificio vicino al Ceas (Centro di educazione ambientale e sostenibilità) a Cala Reale, nell’Isola dell’Asinara, l’ex Intendenza di Finanza in via Luzzati, a Sassari. Sono questi i cinque beni presenti in Sardegna che rientrano nel bando recentemente pubblicato dall’Agenzia del demanio per la concessione in affitto di 383 immobili pubblici destinati a progetti di valorizzazione con investitori privati. Ma l’operazione, presentata come strategia di “recupero e rifunzionalizzazione”, non prevede però alcun coinvolgimento delle istituzioni regionali e mira alla messa a reddito di beni appartenenti allo Stato anche quando non più utilizzati per scopi pubblici». Lo afferma Francesca Ghirra, deputata dei Progressisti, che annuncia un’interrogazione parlamentare al Ministro dell'Economia e delle Finanze «per chiedere la sospensione immediata delle procedure di affidamento e valorizzazione dei beni pubblici situati in Sardegna fino a che non venga verificata la loro spettanza alla Regione ai sensi dell’articolo 14 dello Statuto e l’apertura di un tavolo politico-istituzionale con la Regione Sardegna, per definire un piano di attuazione vincolante dell’articolo 14 dello Statuto, che garantisca alla Sardegna il pieno esercizio delle proprie prerogative costituzionali».
Sul bando, dopo quello agli Enti locali e Urbanistica, ha preso anche posizione l’Assessorato regionale alla Difesa dell’Ambiente, esprimendo «netta e motivata opposizione rispetto all’iniziativa dell’Agenzia del Demanio di promuovere partenariati pubblico-privati per la valorizzazione economica di beni pubblici statali, tra cui due immobili situati a Cala Reale, sull’isola dell’Asinara».
«Tali operazioni, – si legge in una nota – se avviate senza una piena concertazione istituzionale, non sono accettabili e non trovano fondamento né giuridico né tecnico. Come previsto dallo Statuto speciale della Regione Sardegna (art. 14, Legge costituzionale 26 febbraio 1948), i beni immobiliari e demaniali dello Stato che hanno cessato la loro funzione istituzionale devono essere trasferiti alla Regione. In nessun caso possono essere concessi a privati senza la previa intesa con le autorità regionali competenti».
«Non si tratta – sottolinea l’assessora Rosanna Laconi - solo di un vizio procedurale, ma di un errore politico e culturale. Qualsiasi proposta di valorizzazione deve avvenire nel rispetto della pianificazione territoriale regionale, della sostenibilità ambientale e soprattutto del diritto della Sardegna a decidere del proprio patrimonio. Ogni atto unilaterale in tal senso è respinto con decisione».
(Unioneonline)