Dopo tre ricorsi al TAR (tutti accolti) presentati contro gli atti emanati, a più riprese, dall'amministrazione comunale per riorganizzare gli spazi del mercato di San Pantaleo, ieri i commercianti ambulanti che allestiscono i banchi nel borgo turistico ne hanno presentato uno nuovo (il primo) per chiedere la sospensione dell'efficacia dei provvedimenti che lo trasferiscono in via Sangallo a Olbia, dove il sabato si tiene uno dei due mercati rionali cittadini, contestato dagli operatori per l'impossibilità di raggiungere la stessa attrazione che, per ventitré anni nella frazione, ha attirato migliaia di visitatori e turisti.

Già contestate dal Tar, le ragioni di «interesse pubblico corrispondenti alle esigenze di migliore viabilità e sicurezza della circolazione stradale» poste a fondamento del trasferimento del mercato estivo, ritenendole «non prevalenti rispetto agli interessi dei privati», nel nuovo ricorso, i motivi vengono contestati smontando il Piano di sicurezza e sanitario redatto dal Comune per il regolare svolgimento delle attività (obbligatorio ma con gli oneri di gestione a carico degli operatori), e riportando un accadimento che, nei giorni scorsi, ha fatto balzare agli onori della cronaca il borgo olbiese. Il ricorso porta a conoscenza del Tribunale una delibera di Giunta che ha autorizzato la ditta Villa Eugenie srl a utilizzare la piazza di San Pantaleo per organizzare un evento privato, una cena con seicento ospiti e spettacoli di artisti noti, rendendo San Pantaleo, per quattro giorni, teatro di un evento a forte impatto.

«E la sicurezza e la cautela sanitaria decantata dal sindaco che fine hanno fatto? Dov'è il piano di sicurezza adottato per questo evento di rilevanza internazionale? Quali misure di sicurezza e precauzioni sono state prese dal Comune per evitare incidenti e danni?», si legge nel ricorso che chiede al sindaco di spiegare, con il supporto di autorizzazioni rilasciate eventualmente prima dell'evento, come mai non varrebbero le stesse regole precauzionali che intende applicare al mercato storico la cui area di svolgimento diventerebbe «pericolosa e insalubre solo il giovedì mattina».

Stando al ricorso, il trasferimento del mercato sarebbe stato deciso «senza alcuna evidenza scientifica da cui possano emergere i lamentati pericoli per la sicurezza dei visitatori, limitandosi a redarre un Piano, stabilito sulla base delle note della Polizia Locale e dei Vigili del Fuoco in materia di safety che nulla ha a che vedere con il mercatino». Premesso, dice il ricorso, che dai riscontri non emerge nessuna infrazione delle norme di sicurezza da parte degli operatori ambulanti, a supporto del Piano è richiamata una direttiva ministeriale emanata in occasione dei disordini verificatisi a Torino durante una partita di Champion League, nel 2017, che non è minimamente applicabile al mercato rionale di San Pantaleo. Affinché venga impedita la prosecuzione del "piano comunale" lesivo degli interessi dei lavoratori, le cui concessioni sono stagionali e l'inizio della loro attività è slittata di un mese, gli ambulanti chiedono la sospensione dell'efficacia degli atti, l'adozione immediata di uno specifico provvedimento di ricollocazione nell'area di San Pantaleo e la nomina di un commissario ad acta incaricato di stabilire le modalità e l'ubicazione dei banchi.

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