La Procura di Sassari chiude definitivamente le indagini, durate anni, dopo il ritrovamento, in Corsica, dei resti del latitante Quirico Carta. Il recupero del frammento di un dente ha reso possibile l’estrapolazione del profilo genetico dell’uomo. 

Il sostituto procuratore di Sassari, Giovanni Porcheddu, ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta per favoreggiamento, aperta sulla base delle informative dei Carabinieri della Compagnia di Ozieri, a carico di diverse persone che dal 2008 (l’anno del duplice tentato omicidio contestato a Carta) avrebbero aiutato il buddusoino a evitare la cattura. L’inchiesta è stata condotta in Sardegna e in Corsica.

Nel fascicolo penale sono entrati alcuni familiari e amici di Carta, scagionati, un olbiese, un buddusoino e un allevatore di Pattada (questi ultimi non stati denunciati, ma vengono citati negli atti). Dall’inchiesta emerge tutta la storia di Carta. L’uomo (già condannato per un omicidio) nel febbraio del 2008 spara contro due persone in un bar di Buddusò, le vittime si salvano (una perché il proiettile indirizzato al cuore viene fermato dal portafoglio) e Carta sparisce subito nel nulla. I Carabinieri della Compagnia di Ozieri stanno addosso al latitante e lo trovano nel 2010 dentro un ovile di Pattada. L’edificio viene circondato dai militari, ma l’uomo riesce a scappare saltando da una finestra. Nel 2012 viene condannato dal Tribunale di Sassari per il duplice tentato omicidio (16 anni di carcere) e si sposta in Corsica.

Dal 2013 si lega con una donna e va a vivere nel sud dell’isola, nel paese di Cognocoli-Monticchi. Il latitante ha tutti i documenti di identità falsificati, intestati a un uomo che vive nel Nuorese ed è ignaro di tutto. Così come non sa nulla del passato di Carta la sua compagna corsa. Il 31 gennaio del 2018, l’uomo muore di infarto nella frazione di Marato. Ed è l’ultimo atto, stando alle indagini, della latitanza di Quirico Carta. 

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