Raffica di condanne nel pomeriggio a Milano per i presunti boss e gregari del clan Calajò, secondo la Dda della città lombarda una organizzazione di trafficanti di cocaina, con base operativa nel quartiere meneghino della Barona. Le indagini dei sostituti Francesco De Tommasi e Gianluca Prisco hanno riguardato anche Olbia. Il filone gallurese dell’operazione Barrios bis riguarda i rapporti del clan della Barona con i presunti complici sardi, il meccanico Massimo Pileri e l’autotrasportatore Antonio Pirastru.

Quest’ultimo, difeso dai penalisti Angelo Merlini e Donatella Corronciu, è stato condannato a quattro anni e otto mesi di reclusione. Pileri, assistito dall’avvocato Antonello Desini, ha scelto il rito ordinario. La gip del Tribunale di Milano, Manuela Castellabate, ha condannato a 12 anni di carcere, Luca Calajò, 44 anni, nipote del presunto boss, Nazzareno Calajò. Secondo la Dda di Milano, Luca Calajò era di casa a Olbia e raggiungeva spesso la città gallurese viaggiando in aereo con biglietti intestati ad altre persone o registrati con dati falsi.

La gip ha condannato anche due donne che avrebbero avuto un ruolo nella organizzazione del trasporto dei carichi di cocaina in Sardegna, Sabrina De Carli (6 anni di carcere) e Antonia Minasi (7 anni). Nel corso delle indagini sono emersi anche episodi che confermerebbero il forte interesse del clan per il controllo delle curve dello stadio Meazza

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