La vita di migliaia di bovini della Sardegna è appesa al Tar: è attesa per oggi, massimo domani, la decisione cautelare su due ricorsi presentati da altrettante aziende contro i provvedimenti della Asl di Sassari e di Nuoro che impongono l’abbattimento di tutti i capi, anche di quelli sani, a causa della positività di alcune vacche alla dermatite nodulare contagiosa, il nuovo morbo che rischia di mettere in ginocchio tutto il settore. 

Gli ordini delle aziende sanitarie erano già stati sospesi dai giudici amministrativi. Lo sterminio di tutti gli animali dei due allevamenti considerati focolai è stato fermato con i ricorsi presentati dagli avvocati Gian Michele Canio e Raffaele Soddu per conto di un allevatore con bestie tra Sarule e Orani e dai legali Antonello Rossi e Claudio Contu, che difendono gli interessi della Società Agricola Agropower Srl. Vista la tematica comune, per entrambi i procedimenti le parti sono state convocate per questa mattina

Per la Agropower in un primo momento – succedeva l’11 luglio –  la discussione era stata rimandata  a settembre. Ma l’avvocatura dello Stato, per conto del Ministero della Salute, aveva chiesto l’abbreviazione dei termini: le autorità sanitarie hanno fretta di definire le strategie di intervento per cercare di arginare l’epidemia. I focolai ufficiali sono già 29 e la malattia continua a espandersi. 

La linea d’azione annunciata dalla Regione prevede: sorveglianza sanitaria, vaccinazione massiva e obbligatoria (300 mila dosi a disposizione) e abbattimento di tutti i capi degli allevamenti nei quali è stata riscontrata la positività alla Lsd. Gli avvocati delle aziende hanno chiesto che le vacche sane non vengano toccate: le porte degli allevamenti sarebbero aperte ai veterinari che potrebbero effettuare le analisi, i cui risultati sono garantiti entro le 24 ore. Più o messo lo stesso periodo, massimo, che i  giudici si sono presi per decidere le prime sorti con un provvedimento cautelare. La tensione è alle stelle, gli allevatori aspettano risposte chiare: tanti non sono disposti a vedere abbattuto il loro capitale mentre sugli indennizzi non c’è alcuna certezza. 

La decisione nel merito arriverà a settembre. 

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