Il colore cambia, le regole no. E’ il paradosso del passaggio da zona bianca a zona gialla, che hanno norme identiche. Le uniche differenze previste infatti sono state superate dai decreti approvati a dicembre dal governo Draghi.

Le prime differenze sono saltate a inizio dicembre, con l’introduzione del Green pass rafforzato che, limitando l’accesso a diversi luoghi ai soli vaccinati e guariti, ha eliminato le distinzioni sui limiti di capienza e sui limiti di persone ai tavoli dei ristoranti (prima erano massimo quattro in zona gialla).

L’ultima è invece caduta a Natale, quando il governo ha imposto la mascherina all’aperto – prima prevista a partire dalla zona gialla – anche in zona bianca.

Se per mesi i colori sono stati fondamentali per capire se si poteva andare al ristorante, al cinema o a un concerto, se ci si poteva spostare tra Regioni o comuni diversi, oggi hanno perso molta rilevanza a favore della distinzione tra vaccinati e non. I primi possono accedere a tutte le attività, i secondi sono sottoposti a numerosi limiti.

Le regole si iniziano a differenziare a partire dalla zona arancione, ma minimamente e solo per i non vaccinati, che in area arancione non possono spostarsi tra Regioni né tra comuni diversi.

Tutt’altra cosa in zona rossa, dove finiscono le Regioni con terapie intensive occupate almeno al 30% e aree mediche al 40. Qui scatta di fatto un lockdown per tutti i cittadini, vaccinati e non. Chiusura di bar, ristoranti e di tutti i negozi eccetto quelli che vendono beni essenziali come alimentari, supermercati, farmacie, tabacchi, edicole, ecc.). C’è anche il divieto di uscire dal comune di residenza se non per comprovati motivi di lavoro, salute o necessità.

Le Regioni, proprio per evitare un eventuale lockdown, stanno chiedendo di modificare il sistema dei colori, superato dall’adozione del Super Green pass.

(Unioneonline/L)

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