Carceri sempre più affollate: detenuti aumentati del 30% in un anno, meno della metà è sardo
Sono 2.289 le persone private della libertà personale nell’Isola: 585 sono stranieri, un migliaio i sardi. Situazione critica a Uta e Bancali(Archivio)
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Le carceri dell’Isola sono sempre più sovraffollate, e meno della metà dei detenuti è sardo.
Lo riferisce Socialismo Diritti Riforme riportando i dati diffusi dall’Ufficio Statistica del ministero della Giustizia.
In un anno dietro le sbarre c’è il 30 per cento di persone in più. E preoccupano soprattutto i numeri delle grandi case circondariali. A Uta il 31 dicembre 2023 erano recluse 601 persone per 561 posti, in un anno sono diventate 768, intatto il numero degli operatori. A Bancali il 31 dicembre 2023 invece c’erano 472 detenuti per 454 posti, a fine 2024 sono diventati 536.
Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione, sottolinea che in due istituti, «entrambi con un direttore reggente non titolare», è recluso il 56,9% dei detenuti dell’Isola. Il numero totale ammonta a 2.289, 49 donne e solo un migliaio sono sardi, neanche la metà.
Cresce il numero degli stranieri in cella: sono 585, più di un quarto del totale (il 25,5%). Sono in 187 a Uta, erano 112 un anno fa, e 176 a Bancali, dove a fine 2023 erano 132.
«Il sovraffollamento – spiega Calligaris – ha portato a 4 o addirittura 5 le persone in una cella per due, con letti a castello e l’impossibilità di stare tutti in piedi contemporaneamente. Una situazione che favorisce momenti di insofferenza reciproca e difficoltà nella convivenza».
Situazione «delicata» anche a Tempio-Nuchis (162 detenuti per 170 posti) e Lanusei (33 detenuti per 33 posti». A Badu ‘e Carros, invece, «la situazione è critica per i ristretti della media sicurezza anche perché continua a essere inagibile una sezione ancora non disponibile per ristrutturazioni».
(Unioneonline/L)