Le regole sono uguali per tutti. E sono quelle del codice della strada, che valgono per chiunque circoli sull'asfalto: automobilisti, ciclisti e pedoni.

"La bicicletta è un veicolo", ricorda Raffaele Angioni, comandante della Stradale della provincia di Cagliari, "come tale, anche se non è richiesto l'uso della patente, è tenuta al rispetto delle regole che devono osservare tutti i veicoli".

Non si passa col rosso, non si va contromano, né si usa il telefonino mentre si pedala: chi infrange le regole è sanzionabile, né più né meno di chi è al volante. Quanti lo sanno? Montare in sella a una bici non esime il conducente dall'obbligo di osservare le norme. A tutela della propria incolumità e per una convivenza pacifica con gli automobilisti.

"Diciamo che in Sardegna non c'è ancora un facile rapporto - spiega il comandante della Stradale - non c'è solo la cattiva abitudine dell'automobilista a non rispettare la bicicletta ma anche la pessima convinzione del ciclista a ritenersi esentato dalle regole".

C'è però chi ignora cosa dice il codice della strada, tra l'altro prossimo alla riforma. Pochi gli articoli su ciclisti e biciclette ma validi punti di partenza. Uno su tutti: l'articolo 182 che detta i comportamenti in sella.

Ecco i principali.

VELOCIPEDE - È il nome con cui il codice chiama ancora la bicicletta, sia a pedali che elettrica, considerata un vero e proprio veicolo, soggetta a tutte le norme che regolano la circolazione e allo stesso tempo da rispettare come qualunque mezzo a motore.

STRADE OFF LIMITS - I ciclisti possono circolare ovunque anche su strade extra urbane, tranne che su quelle principali e sulle autostrade. Un esempio: sulla 131 è vietato andare in bici sul tratto tra il km 40 e il 108, tra Sanluri e Bauladu, dove regna il limite di 110 chilometri orari. «Qui la strada non è più extra urbana e secondaria - spiega il comandante della Stradale - ma diventa principale». Il buonsenso, ma non c'è divieto, consiglierebbe di evitare pedalate sulla 130 o sulla 554. «Sarebbe come giocare alla roulette russa», dice Angioni. Per le sue caratteristiche strutturali, scontato il divieto di circolare, a Cagliari, sull'asse mediano, "strada urbana di scorrimento".

IN FILA INDIANA - Mai appaiati, è la regola per chi va in bici in gruppo. I ciclisti devono procedere su un'unica fila se le condizioni della circolazione lo richiedono, e comunque non più di due affiancati, dice il codice della strada. Fuori dai centri abitati si può stare affiancati solo con un minore di 10 anni che deve stare a destra verso il ciglio della strada.

VISIBILITÀ - È vero che mettere su una bici da corsa campanelli, luci, catarifrangenti, come attualmente previsto, è impossibile. Ma normalmente la bici deve essere dotata di fanalino, davanti e dietro, che va acceso da mezz'ora dopo il tramonto e di giorno se necessario.

PISTE CICLABILI - Se ci sono, i ciclisti devono circolare al loro interno. Salvo regolamenti speciali. Naturalmente la ciclabile va bene per la mobilità urbana, non certo per il ciclista sportivo che in genere convive con gli automobilisti. Nel punto in cui la pista si interrompe, i ciclisti si immettono sulla strada con la massima cautela, dice il codice, evitando improvvisi cambiamenti di direzione.

LA MARCIA - Vietati in bici movimenti a zigzag. C'è l'obbligo di attraversare tenendo il veicolo a mano (anche sulle strisce) in caso di carreggiate a traffico molto intenso. Bisogna segnalare tempestivamente con il braccio la svolta a sinistra o a destra, e la manovra di fermata.

SENZA MANI - L'obbligo è di tenere il manubrio almeno con una mano. Vietato farsi trainare in bici o trasportare un cane al guinzaglio. Vietato anche trasportare altre persone, a meno che non si tratti di un tandem o non ci sia un seggiolino posteriore per bambini fino a 8 anni. Solo i piccolini fino a 15 chili possono essere trasportati tra il manubrio e il conducente. Altro obbligo: il casco. Anzi no, è solo "vivamente consigliato".

Carla Raggio

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