Caos pronto soccorso, la soluzione c’è: «Fast track per tagliare le file»
Giorgio Pia, primario e membro della commissione ministeriale che ha redatto le linee guida per lo snellimento delle attese negli ospedali: «Serve sinergia tra i reparti»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
File di ambulanze, attese infinite. Scene di (stra)ordinaria quotidianità, ormai, negli ospedali di Cagliari. Una soluzione ci sarebbe. «Passa dalla messa a punto dei cinque codici del triage (con colori aggiuntivi) e dal Fast track. Non lo dico io, ma le linee guida ministeriali». Che esistono da anni ma, almeno da questa parte del Tirreno, sono inapplicate. A parlarne è uno degli specialisti che hanno contribuito a redigerle: Giorgio Pia, storico primario di pronto soccorso, andato in pensione dopo aver a lungo lavorato in quello del Santissima Trinità. Ha fatto parte del gruppo di lavoro ministeriale che dal 2012 al 2019 ha lavorato sulle “Linee di indirizzo nazionali su Obi e Triage”, pubblicate ormai quattro anni fa.
«Il Fast track», spiega il medico, «è un percorso veloce: il paziente che si presenta in pronto soccorso viene inquadrato in base a un percorso e a criteri analitici».
A gestire questa fase deve essere un infermiere, che sulla base di precisi parametri preordinati lo invia in reparto, dove viene preso in carico. E quindi esce dal flusso del pronto soccorso. Ovvio: questo tipo di gestione vale per pazienti non gravi.
«Resta comunque necessario il dialogo tra i reparti», sottolinea Pia, «perché eventuali dimissioni devono essere decise nella consapevolezza di tutta la filiera. Serve quindi un sistema informatico unico». Ed è necessaria «una fase di sperimentazione: si potrebbe partire con l’Otorino», suggerisce l’ex primario.
Per capire: un paziente che arriva con un corpo estraneo nell’orecchio, non deve stare per ore in pronto soccorso. Ma sulla base di una prima anamnesi deve essere spedito in reparto e curato, per poi essere dimesso, se tutto è andato bene.
«Il Fast track», aggiunge Pia, «permette di indirizzare pazienti con particolari e specifiche caratteristiche direttamente allo specialista di riferimento. Ha il vantaggio di alleggerire il pronto soccorso con conseguente abbreviamento delle attese e semplificazione dei percorsi, con integrazione tra i diversi servizi ospedalieri». E andrebbe meglio per tutti: meno stress anche per il personale delle strutture di emergenza urgenza, che ogni giorno fanno i conti con il rischio del sistema. Come successo oggi al Brotzu (QUI LA NOTIZIA).
Enrico Fresu