La legge nazionale impone le stabilizzazioni. «Perché il Brotzu non ha ancora attivato le procedure previste dalle norme?».

A chiederlo, in un nota, sono i segretari della Fials Paolo Cugliara (Cagliari) e Giampaolo Mascia (Sud Sardegna), che contestano le decisioni dell’Arnas sulla gestione del personale precario, sia amministrativo che non dirigenziale sanitario.  

La legge, spiegano i sindacalisti, dice che le disposizioni sulla stabilizzazione «si applicano, previo espletamento di apposita procedura selettiva e in coerenza con il piano triennale dei fabbisogni del personale, dirigenziale e non dirigenziale sanitario, socio-sanitario e amministrativo reclutato dagli enti del Servizio sanitario nazionale, anche con contratti di lavoro flessibile, anche qualora non più in servizio».

Inoltre, è l’accusa, «non si capisce perché per il personale amministrativo l’Arnas non abbia ancora avviato le procedure in linea con le recentissime modifiche in materia di stabilizzazione del personale precario».  Intanto «continua a chiamare da una  discutibile graduatoria di merito” approvata nel 2022». 

I rappresentanti della Fials sostengono che nella graduatoria «non si comprende come sia possibile che il personale precario con tantissimi anni di anzianità di servizio sia collocato in fondo, superato da altri candidati con punteggio titoli bassissimo». 

I dipendenti precari hanno una professionalità acquisita che deve essere valorizzata, secondo Cugliara e Mascia, invece «ormai troppo tempo prestano servizio con contatti a termine. Pronti, alla prima chiamata da parte di altre amministrazioni, ad abbandonare il Brotzu». 

Così l’Arnas «continua a perdere personale ormai formato, riversando il carico di lavoro di questi ultimi su altri dipendenti sempre più stanchi e demotivati. Tutto questo è causato da una maldestra organizzazione e pianificazione del lavoro da parte dell’azienda». 

La comunicazione sindacale è rivolta all’assessorato alla Sanità, al quale si richiedono «chiarimenti in merito alla mancata procedura di stabilizzazione». 

(Unioneonline)

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