Bosa Marina, la spiaggia che cresceDa anni un costante insabbiamento
Ogni anno, un po' di più: la spiaggia si estende, il mare si ritrae. Accade a Bosa Marina, dove da decenni si verifica un fenomeno contrario rispetto a quello che per esempio succede a Is Arutas, dove l'erosione della costa e della sabbia è particolarmente significativaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
BOSA Da molti anni a Bosa Marina si assiste al costante insabbiamento. Tutto ha avuto inizio con la costruzione dell'ultimo tratto di molo a chiusura della rada che ha modificato il naturale movimento delle correnti, tanto da far retrocedere in vent'anni il mare di una quarantina di metri. Per capire di che cosa si parla basta un'immagine. Dove nel 1970 i pescatori avevano sistemato i grandi vivai per le aragoste, immergendoli a una profondità di due metri e mezzo d'acqua, oggi la gente stende i teli da bagno e prende il sole. L'arenile in alcuni tratti raggiunge una profondità di un centinaio di metri. Una spiaggia estesa e ampia in cui d'estate solo i primi trenta metri sono affollati di bagnanti mentre per il resto, in alcuni casi di cinquanta o settanta metri, non c'è nulla.
L'ESPERTO «Se avessimo lasciato fare alla natura certamente la spiaggia di Bosa Marina non avrebbe questo aspetto» spiega Sergio Ginesu, ordinario di geomorfologia alla facoltà di Scienze dell'Università di Sassari. «Da decenni l'isola Rossa è stata unita alla terra ferma con la costruzione di un molo. La spiaggia ha continuato a crescere da Turas verso nord: di questo risultato c'è chi è contento e chi invece non lo è». Che cosa è bene fare di fronte a questa singolare situazione? «Il Comune ha certamente necessità di far fruire quella spiaggia che, in questi termini, non è in crisi. Anzi: diventa una risorsa».
IL PROGETTO Quando il Comune, nei primi anni Novanta, sottolineò l'urgenza del problema, dalla Regione risposero che l'estendersi della spiaggia era funzionale al suo uso sociale. Cioè, più sabbia c'è e più gente può piazzarci ombrelloni e teli per prendere il sole. L'idea del Comune era quella di prelevare la sabbia in eccesso per ampliare l'arenile ma più in lunghezza che in larghezza, estendendolo lungo tutto il litorale di Turas. Dove invece si verifica il fenomeno dell'erosione della costa.
PORTO ALABE Nella spiaggia di Tresnuraghes il mare si è mangiato la costa. «Uno studio fatto negli anni recenti ha messo a fuoco anche la situazione di questa zona», dice Felice Di Gregorio, docente di Geologia ambientale al dipartimento di Scienze dell'Università di Cagliari. «La costa cambia nel tempo con tassi di arretramento sensibile, un metro all'anno».
IS ARUTAS Oggi è poco più di una striscia di spiaggia che richiama i colori dei Caraibi. A Is Arutas in quarant'anni il mare ha rubato circa 30 metri di spiaggia: ogni anno è sparito un metro dalla più famosa delle spiagge del Sinis. Gli studiosi dell'Area Marina Protetta Sinis-Maldiventre hanno avviato una serie di attività per monitorare costantemente l'evoluzione della fascia costiera. L'attenzione si è concentrata sulla spiaggia di Is Arutas, secondo gli studiosi la più vulnerabile. Nell'ultimo trentennio la spiaggia si è ridotta probabilmente per un'eccessiva presenza dell'uomo e oggi può contare su una riserva limitata.
SAN GIOVANNI DI SINIS «Una forte erosione si è verificata negli ultimi anni a San Giovanni e a Funtana Meiga, dove la costa si è arretrata sensibilmente», afferma Felice Di Gregorio. «In questo contesto molto dipende dalla compattezza della roccia. Per esempio a Capo San Marco, caratterizzato da formazioni argillose, il mare sta mangiando la costa e l'istmo, entro questo secolo, potrebbe essere tagliato». Un suggerimento? «Dobbiamo adattare gli interventi alle condizioni delle coste che - non va dimenticato - hanno un equilibrio dinamico, destinato ad accentuarsi nel prossimo futuro».
PATRIZIA MOCCI