Bocciati al concorso per le “sviste” in inglese, appello al Tar: “Sapevamo tutto il resto”
Pioggia di ricorsi in Sardegna per gli esiti della prova per diventare funzionario di tribunale: “Che senso ha studiare leggi e commi se poi è decisiva la lingua straniera?”
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"Abbiamo studiato leggi e commi. E per qualche svista in inglese, siamo fuori?".
A chiederselo sono gli esaminandi, anche sardi, respinti al concorso per funzionario giudiziario nei tribunali, che lamentano di essere stati bocciati allo scritto non per le lacune nelle materie riguardanti giustizia e diritto, bensì per la loro conoscenza della lingua inglese, giudicata in molti casi sufficiente, ma non adeguata agli standard richiesti.
E così molti dei non ammessi alla prova orale hanno deciso di ricorrere al Tar. Non solo, qualcuno ha anche scritto il ministro della Giustizia Marta Cartabia.
"Io – spiega una candidata, nella sua segnalazione alla Guardasigilli - ho conseguito un punteggio molto superiore al minimo ma non sono stata ammessa alla prova orale, mentre molti candidati con punteggio inferiore al mio, quindi presumibilmente meno preparati sulla parte di diritto, possono proseguire nello svolgimento della prova orale".
Diciassette i ricorsi che dalla Sardegna sono pronti a finire davanti al tribunale amministrativo, raccolti dall'avvocato Francesco Leone.
Il concorso sotto accusa è quello dello scorso 13 ottobre per assegnare oltre 2.300 posti al ministero. Molti, come detto, anche i candidati presentatisi a Cagliari.
Agli esaminandi sono state sottoposte 40 domande di diritto. Ma erano previste delle soglie di sbarramento in informatica e in inglese con un punteggio minimo di 3,5 su 5.
E così c’è chi ha preso quasi 27 (il punteggio minimo era 21) ma non ha ottenuto il lasciapassare per l'orale per essere scivolato nei quesiti di inglese.
"In tema di concorsi pubblici servono regole certe - spiega l'avvocato Leone - E' impensabile che ogni concorso preveda modalità di espletamento differenti. Questo, ad esempio, prevede una tripla soglia di sbarramento che è un unicum: non è prevista né dalla legge quadro dei concorsi pubblici né tanto meno dalla riforma Brunetta".
Secondo il legale, il punteggio minimo di 3,5/5 richiesto per inglese e informatica è “eccessivo".
"Pur trattandosi di una mera idoneità, il Ministero ha chiesto un punteggio più che sufficiente, pari a 7/10 (in proporzione). Invece - argomenta l'avvocato - doveva trattarsi di semplice 'accertamento' delle conoscenze di lingua inglese e informatiche che, nei concorsi pubblici, si intendono dimostrate con il possesso di una certificazione, conseguita anche in annualità
precedenti. Per questo chiederemo al giudice di applicare per i nostri ricorrenti il punteggio minimo di 3/5 (pari a 6/10)".
(Unioneonline/l.f.)