Acli Sardegna, Mauro Carta confermato presidente regionale
«Lavoriamo per i giovani e per ricucire le ferite della nostra società»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il consiglio regionale delle Acli rinnova la fiducia a Mauro Carta: «Lavoriamo per i giovani e per ricucire le ferite della nostra società». Mauro Carta è stato confermato presidente regionale delle Acli Sardegna con voto unanime. La decisione è arrivata durante il consiglio regionale dell’associazione, riunitosi ieri a Tramatza alla presenza del presidente nazionale Emiliano Manfredonia.
Il nuovo direttivo accompagnerà le Acli nell’importante fase che culminerà nel congresso nazionale, previsto dal 29 novembre al primo dicembre. Insieme a Carta, una squadra di vicepresidenti e responsabili che si occuperanno di temi chiave come salute, welfare, innovazione e coesione territoriale. Tra i nomi di spicco: Giuseppe Fresu (vice presidente per la salute), Benedetta Iannelli (progettazione e innovazione) e Valeria Casu (sviluppo associativo).
Originario di Gesico, nella Trexenta, Mauro Carta porta con sé un bagaglio di esperienza accademica e operativa: laureato in economia e commercio, ha lavorato nel settore della progettazione comunitaria, delle politiche per il lavoro e della cooperazione internazionale. Tra le sue principali aree di studio, spiccano lo spopolamento della Sardegna e i flussi migratori, temi sui quali ha pubblicato numerose ricerche.
Nel corso della sua carriera, ha guidato per due mandati le Acli provinciali di Cagliari e Ipsia Sardegna, promuovendo progetti di formazione, mobilità internazionale e sostegno alla creazione d’impresa, con un’attenzione particolare ai giovani e al volontariato nei Balcani e in Africa.
Dopo la riconferma, Carta ha tracciato la linea del suo nuovo mandato: «Continuiamo col lavoro svolto finora, convinti che il nostro ruolo in Sardegna sia quello di mantenere saldo il nostro sistema di valori e puntare sulla formazione di capitale umano. Crediamo che solo lavorando con i giovani si possa ripartire, ricucendo gli strappi di una società sarda sempre più lacerata».