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Spiati e uccisi, rivelazioni di Amnesty sui giornalisti sotto attacco
12 maggio 2025 alle 19:15
Roma, 12 mag. (askanews) - Nel mondo, ogni giorno, chi racconta la verità mette a rischio la propria libertà e spesso anche la propria vita. Il caso di Julian Assange - finalmente libero dopo una persecuzione durata oltre 10 anni, di cui cinque in carcere - è il più noto ma non è affatto l'unico. "Spiate, sorvegliate, minacciate, arrestate, processate, uccise. Sono le persone che fanno giornalismo in favore dei diritti umani, giornalismo indipendente, sono le persone che sfidano il silenzio di governi repressivi facendo rumore con le loro immagini, interviste e con i loro scritti", ha spiegato Riccardo Noury, portavoce Amnesty International Italia.In un panorama globale sempre più segnato dalla sorveglianza digitale, giornalisti e attivisti per i diritti umani vengono presi di mira con strumenti di spionaggio sofisticati e pericolosi. In Italia, l'uso dello spyware Graphite della società israeliana Paragon contro operatori dell'informazione e umanitari (tra cui il giornalista Francesco Cancellato e i fondatori di Mediterranea Saving Humans) ha rappresentato un grave attacco alla libertà di informazione. Amnesty International ha lavorato con il suo Security Lab per denunciare pubblicamente questa vicenda e ha chiesto di accertare le responsabilità.Nel 2024, alcune ricerche di Amnesty International hanno rivelato che in Serbia lo spyware è diventato un'arma per mettere a tacere la stampa indipendente, come il caso del giornalista Slavisa Milanov, il cui telefono è stato infettato con lo spyware NoviSpy durante un fermo di polizia.Anche in India, grazie al lavoro del Security Lab, è stato reso noto che importanti giornalisti - come Siddharth Varadarajan e Anand Mangnale - sono stati sorvegliati illegalmente con Pegasus, uno spyware israeliano purtroppo noto.Non c'è solo la sorveglianza digitale. In Russia la giornalista Maria Ponomarenko di RusNews è stata condannata a sei anni di carcere per aver denunciato, sui social media, il bombardamento del teatro di Mariupol, dove si erano rifugiati centinaia di civili.Per continuare a proteggere chi fa informazione e le persone attiviste che ogni giorno rischiano la propria libertà per i diritti umani, c'è bisogno dell'aiuto di tutti e tutte. "Per questo Amnesty International è impegnata da decenni in una campagna per la libertà di stampa e per questo Amnesty International Italia chiede a te di devolvere 5x1000, perché questa campagna ha bisogno di tutte e tutti noi", ha aggiunto Noury.Difendere la libertà di stampa è difendere la verità. Con il 5x1000 ad Amnesty International Italia (CF: 03031110582), si può fare la differenza.