Pula, l'alta sartoria uomo chiude il "Grand Tour" di Dolce e Gabbana
''Non per soldi ma per amore del ben fatto''. Sta tutta in questa frase dei due stilisti l'anima delle creazioni di Dolce Gabbana, che ieri con l'alta sartoria uomo ha portato in scena al forte village di Pula il terzo e ultimo atto di una proposta che al lusso coniuga la sapiente tradizione tessile artigianale della Sardegna. Ed è così che in una serata d'estate, sotto gli occhi di una parata di star arrivate da ogni dove (attori, influencer, cantanti e clienti affezionati al brand) la lana dei tappeti sardi si trasforma in gonne a ''pibiones'' tempestate di brillanti. La nostrana ''berritta'', simbolo dei pastori, adorna i capi e si accompagna a preziosi corpetti ricamati d'oro, oppure ad outfit leggeri, fluttuanti. Ai piedi non ''sos gambales'' ma raffinate scarpe di vernice nera da grand soirée.
Una proposta mai banale, sorprendente, quella dell'Alta Sartoria uomo di Dolce Gabbana, nata da una ricerca sapiente, che non si limita al folclore, piuttosto è una discesa agli inferi dei due stilisti, che di quei costumi tradizionali vogliono catturare l'anima, non solo il corpo.
Il prologo era stato una dichiarazione d'amore alla Sardegna, con l'omaggio ai colori e ai suoni di Sant'Efisio: ''sas traccas'' e le donne agghindate a festa con i costumi più belli, inscenano ''sa ramadura'', petali che dopo la kermesse, faranno da sfondo ai selfie delle star.
A beneficio dei tanti stranieri presenti, assaggio del carnevale barbaricino, con le sue enigmatiche maschere e le pelli e i campanacci. Oltre 1000 figuranti che, c'è da scommettere, rimarranno impressi per sempre nella memoria dei pochi, fortunati presenti.