Peschereccio usato per la tratta di esseri umani verso la Sardegna

02 agosto 2023 alle 15:03

“Il barchino non è stato trovato”: una formula che era diventata quasi di rito in occasione delle più recenti comunicazioni ufficiali su arrivi di migranti  sulle coste del sud ovest della Sardegna. L’ultima scoperta delle Fiamme Gialle del Reparto operativo aeronavale spiega il perché o, comunque, svela le ragioni di una parte del fenomeno:  gli stranieri stavano arrivando a bordo di imbarcazioni che li scaricavano vicino alla rive per poi fare di nuovo rotta verso il Nord Africa. 

Come avrebbe dovuto fare il peschereccio fermato dai finanzieri davanti a Cala Cipolla: a bordo c’era tanto carburante da garantire l’arrivo nell’Isola e il ritorno verso la Tunisia in sicurezza, una volta sbarcato il “carico umano” che aveva pagato per effettuare la tratta.

Ma il motore si è rotto: sopra erano in diciotto. Tre hanno provato a mescolarsi al gruppo, ma sono stati identificati come scafisti, accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e portati in carcere a Uta.