L'insularità sostenibile e consapevole, di M. A. Mongiu

23 luglio 2021 alle 18:57aggiornato il 28 luglio 2021 alle 13:07

L’iniziativa di lunedì 21 giugno nella Biblioteca del Palazzo de La Vallée, in via Torino a Cagliari, ha inaugurato un ciclo di seminari e incontri dal titolo “Per un’insularità consapevole” con l’intento di oltrepassare azioni estemporanee e dare forza e continuità a quanto si è fatto negli anni nella comunità regionale per inserire il principio d’insularità in Costituzione e per tutelare il paesaggio e l’ambiente. Una nuova stagione fondata su sostenibilità e valori non negoziabili.

Come è noto la Commissione Affari costituzionali del Senato ha licenziato il testo che inserisce il principio d’insularità in Costituzione che sarà, si spera a breve, presentato in Aula per seguire l’iter previsto. Tematizzare l’insularità è intrinseco alla discussione sulle pari opportunità di ogni cittadino, europeo e italiano, e alla presa d’atto che queste, ad oggi, in Sardegna non sono state del tutto agite. Ma, non diversamente, è intrinseco alla tutela del territorio dell’isola da aggressioni predatorie che si chiamino cementificazione selvaggia o, usando l’urgenza di energia, la trasformazione della terra sarda e del suo mare in una prateria di eolico o di fotovoltaico. Un’immane disseminazione di future cattedrali nel deserto. Di fatto un tradimento dell’autonomia speciale e dello Statuto, ad oggi incompiuti o utilizzati non sempre per gli interessi della gente di Sardegna. Tuttora solo una parte del territorio sardo è, ad esempio, tutelato dall’attuazione dell’art. 9 della Costituzione. Può esistere il riconoscimento di insularità senza che questo significhi, concretamente, l’autocoscienza dei valori materici e immateriali della Sardegna? O è soltanto un calcolo ragionieristico, per quanto rilevante e necessario? Si tratta allora da parte dell’opinione pubblica di stimolare i rappresentanti istituzionali ridando vigore alla discussione di temi decisivi, attraverso i Seminari tematici “Per un’insularità consapevole”. Era un percorso già intrapreso e interrotto dal lockdown. In particolare, ci dobbiamo chiedere, a maggior ragione proprio per l’esperienza vissuta in questi mesi, cosa si intenda per un’insularità progettante. Quella dei diritti, delle opportunità, e, contestualmente, delle responsabilità che ciascuno si deve assumere perché una tale rilevanza non riguardi esclusivamente i decisori politici o gruppi d’interesse o non sia un alibi e peggio una quinta scenica. Pari diritti e pari opportunità riguardano tutti i cittadini, a prescindere dal luogo di nascita e dall’etnia di appartenenza. Ce lo impone da ultimo il Piano Draghi. Ecco perché il sottotitolo dell’iniziativa del 21 giugno, Costruiamo insieme il Dizionario della Sostenibilità e della Resilienza fondamento del PNRR, fa intendere che gli interventi di questo primo Seminario di Per un’insularità consapevole sono incentrati su sostenibilità e crescita, sociale ed economica; temi centrali perché la ripresa non veda la Sardegna ancora una volta figlia cadetta per inadeguatezza delle sue classi dirigenti che non sono solo quelle politiche. Terra - Paesaggio - Ambiente: la vera energia della Sardegna è il titolo specifico del 21 giugno, focus su paesaggio, ambiente, energia, per ripartire dalla terra, con le molteplici declinazioni di un paradigma e di un patrimonio che si fonda sulle millenarie pratiche, non ultime quelle relazionali, di donne e uomini con il proprio spazio di vita. Spazio che non è mai stato localistico o autoriferito perché interconnesso, tramite il Mediterraneo, col mondo in cui la Sardegna era tutt’altro che periferia misconosciuta nei suoi diritti e nelle sue potenzialità. Sostenibilità e progresso quali cardini su cui innestare nuove idee di crescita e di sviluppo del vivere. Non più predatorio o consumistico, senza che tale base di partenza rappresenti un freno all’economia ma ne fondi una nuova e consapevole insieme ad un nuovo dizionario. Per discuterne ancora una volta sono stati interpellati studiosi, professionisti, rappresentanti delle istituzioni perché soltanto con la competenza, con l’accresciuta consapevolezza, con l’incontro e il confronto con mondi diversi si riuscirà a riprendere il percorso interrotto. Solo così ci sarà futuro.

Maria Antonietta Mongiu