La Sardegna protesta al Brennero, Cualbu e Saba (Coldiretti): "Basta cibo contraffatto"

08 aprile 2024 alle 19:24aggiornato il 08 aprile 2024 alle 19:54

Il messaggio è chiaro: «Stop al cibo contraffatto, subito più controlli e regole chiare per i prodotti importati in Italia». Lo chiede a gran voce il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu, presente alla due giorni del presidio al Brennero, organizzata per tutelare il Made in Italy e difendere il lavoro delle migliaia di imprenditori agricoli sardi e italiani. Nell’ordine del giorno della manifestazione – che in queste ore ha raccolto soci da tutt’Italia, raggiungendo e superando i 10mila partecipanti – primeggiano la tutela della salute dei consumatori la difesa del reddito nostre aziende italiane. «Oggi siamo qui al Brennero perché è importante presidiare l’ingresso dei prodotti anche in Italia. Non possiamo impedire che questi entrino così come i nostri entrano ma vogliamo il rispetto delle regole», ha sottolineato Cualbu. Norme che devono essere «uguali per tutti, con etichette chiare e trasparenti affinché il consumatore sappia esattamente che cosa sta andando a comprare e mangiare. Chiediamo a tutti gli organismi di controllo di intensificare la vigilanza affinché questi prodotti non prendano la cittadinanza italiana».

Sulla scia delle richieste, con la collaborazione delle forze dell’ordine, i manifestanti in queste ore stanno controllando il contenuto di tir, camion frigo e autobotti in transito, un’azione «resa necessaria dagli arrivi incontrollati di alimenti dall’estero che spesso non rispettano le stesse regole di quelli nazionali e fanno così concorrenza sleale alle produzioni italiane facendo crollare i prezzi pagati agli agricoltori», si legge in un comunicato dell’associazione di categoria. Al Brennero, con i tanti rappresentanti delle aziende isolane, anche il direttore Luca Saba. Forze unite per «rivendicare un principio fondamentale, quello della reciprocità». «Le stesse regole che vengono imposte agli agricoltori italiani e sardi – sottolinea Saba – vogliamo che possano essere imposte per le merci in arrivo dall’estero. Siamo qui per controllare quanto arriva da fuori per far vedere lo scandalo di un qualcosa che confonde l’agricoltura internazionale con quella italiana, importazioni spesso senza controlli adeguati».  

Secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ diffusa al Brennero oltre 8 italiani su 10 (83%) chiedono lo stop alle importazioni di prodotti agroalimentari che non rispettano le stesse regole di quelli italiani in materia di sicurezza alimentare, ambientale e di tutela del lavoro. La raccolta firme, che potrà essere sostenuta firmando in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e negli uffici Coldiretti (sarà promossa anche sui social media con l’hashtag #nofakeinitaly), «punta anche a mettere finalmente in trasparenza – continua Coldiretti - tutti quei prodotti che sono ancora oggi anonimi e che rappresentano circa un quinto della spesa degli italiani e includono alimenti simbolo a partire dal pane. Su pagnotte e panini non vige, infatti, l’obbligo di indicare l’origine del grano impiegato, come accade per la pasta. E lo stesso vale per tutti i derivati come biscotti, fette biscottate crackers e simili».

(Unioneonline/v.f.)