La radio, i successi, i talent: il nuovo corso della ‘’filiera musicale’’
Dai tormentoni dell’estate ai successi che restano. Perché Alfa scala le classifiche rilanciando una hit di Manu Chao del 2001? Come sta cambiando il mondo della musica? E come è influenzato dal rapporto tra la radio e la produzione discografica?
Per John Vignola, giornalista e critico musicale «la dialettica tra la radio che trasmette e il singolo che viene confezionato per essere trasmesso è veramente inestricabile. Aggiungiamo che ora non c’è più un supporto fisico collegato alla musica. Per cui la situazione, apparentemente più lineare, è in realtà molto complessa. Perché ci sono molti fattori che comunicano tra di loro».
Vignola, che conduce su Radio 1 ‘’La nota del giorno’’, affronta la relazione tra radio e successi. La prima è fondamentale per scalare le classifiche? «I successi discografici che passano dal canale radiofonico sono spesso molto effimeri: durano una stagione o poco più e raramente si ‘’eternano’’. Questo è uno dei punti traballanti della nuova filiera musicale, più produttiva che artistica»
E la musica italiana? «Vive molto di rimessa, sui nostri ‘’pilastri’’. Soprattutto Lucio Dalla è un punto di riferimento continuo. Possiamo dire, senza scandalizzare nessuno, che c’è una stanchezza estetica. Guardare al passato semplificandolo, avere riferimenti confortevoli, è una caratteristica della musica di oggi, con alcune eccezioni. C’è stata una grande spinta della musica ritmata, collegata all’elettronica. Ora però sta perdendo peso. E’ la canzone, che fatica a trovare una strada di innovazione interna»
Per il successo si deve passare dai talent? «Il punto non è il mezzo, ma quanto le filiere generano artisti completi. I talent spesso producono bravi esecutori, ma poco creativi»
John Vignola era ospite di ‘’Radar’’ su Videolina.