Ictus, la Stroke Unit di Cagliari premiata per l’eccellenza nei soccorsi: "In Sardegna ogni minuto è prezioso"

11 dicembre 2024 alle 12:07aggiornato il 11 dicembre 2024 alle 12:09

Un improvviso calo di forza al braccio, una bocca che si storce, parole che non escono come dovrebbero. Segnali subdoli ma inequivocabili di un ictus ischemico, una delle principali cause di morte e invalidità permanente in Italia. In Sardegna, isola meravigliosa ma impegnativa dal punto di vista logistico, il tempo è il vero nemico: intervenire rapidamente può essere la differenza tra vita e disabilità.

A rispondere a questa sfida è la Stroke Unit dell’ARNAS Brotzu di Cagliari, che per il terzo anno consecutivo ha ricevuto il prestigioso premio internazionale “Angels Gold Status” dalla European Stroke Organization. Un riconoscimento che celebra l’efficienza dei soccorsi, frutto di una sinergia tra l’ospedale e il sistema di emergenza territoriale, coordinato dal 118 di Cagliari.

Nel 2023, oltre 200 pazienti sono stati trattati con trombectomia meccanica grazie alla collaborazione tra la Stroke Unit e il reparto di Neuroradiologia Interventistica. «Questi numeri confermano l’efficacia della centralizzazione nei due hub regionali, Cagliari e Sassari, e l’uso dell’elisoccorso per ridurre i tempi di intervento», spiega Jessica Moller, responsabile regionale della Italian Stroke Association.

Il ruolo del 118 è fondamentale per intercettare i sintomi in tempo utile. «Quando si riconosce un segno di ictus, bisogna chiamare subito il 118. Ogni minuto è prezioso per il cervello», sottolinea Daniele Barillari, direttore della Centrale 118 di Cagliari. Inoltre la recente introduzione di una tecnologia di telemedicina permette persino di effettuare una prima diagnosi in videochiamata con uno specialista prima dell’arrivo in ospedale.

Tra maggio e novembre 2023, il 118 ha coordinato il trasporto di 250 pazienti con ictus, e le stime per l’anno superano quota 450. Ma per Giovanni Cossu, direttore della Stroke Unit dell’ARNAS Brotzu, non bisogna fermarsi qui: «Solo una rete efficiente e una popolazione consapevole possono garantire a tutti i cittadini sardi le stesse opportunità di trattamento, indipendentemente dalla distanza».