Proseguono le attività del Comune di Porto Torres per lo sgombero e la chiusura del campo rom di Ponte Pizzinnu.

Nell'area di sosta alla periferia della città, sono rimasti in pochi i residenti della comunità di etnia rom che occupano ancora baracche fatiscenti e vivono nel mezzo di una grande discarica di rifiuti di ogni tipo. Una vera bomba ecologica, denunciata a più riprese e che ha visto l'intervento dei carabineri Nas e della Polizia locale. Intanto una famiglia di 9 componenti si prepara al trasferimento in un'abitazione civile presso un altro comune vicino.

Grazie ai finanziamenti della ex giunta Pigliaru, il Comune di Porto Torres ha concesso un contributo individuale di 4mila euro per ogni componente del nucleo familiare, per un totale di 36mila euro da utilizzarsi esclusivamente a titolo di voucher abitativo, ovvero per il reperimento di una soluzione abitativa idonea e diversa dallo stazionamento presso il campo sosta.

"Una casa di circa 90 metri quadri, compreso un magazzino che verrà adibito ad abitazione - spiega Franko Nikolic, 36anni, beneficiario del voucher - un immobile che complessivamente costa 35mila euro, dove si rendono necessari lavori di manutenzione e di bonifica da amianto". Resta una sola famiglia, composta da 5 persone, in attesa di una sistemazione abitativa prima di procedere allo sgombero del campo, per il quale il Comune spenderà 331mila euro per la bonifica dei rifiuti pericolosi e non che si trovano all'interno dell'area. "Altre tre famiglie hanno trovato sistemazione nei comuni limitrofi e fuori dalla Sardegna grazie ai voucher abitativi - ha detto l'assessora ai Servizi Sociali, Rosella Nuvoli - un ulteriore passo avanti dell'azione amministrativa finalizzata alla ricerca di soluzioni decisive per i rom e alla chiusura definitiva del campo di Ponti Pizzinnu".
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