27 agosto 2017 alle 13:48aggiornato il 27 agosto 2017 alle 13:55
La vita da precari dei custodi del patrimonio culturale dell'Isola
È un comparto di forzati del precariato (alcuni lo sono da 20, 30 anni), i contratti rinnovati dai Comuni a scadenza annuale se non di mesi, le buste paga sempre in arretrato, l'incertezza che deriva dal taglio dei finanziamenti regionali. Vivono così, perennemente con il cuore in gola, i custodi del nostro patrimonio storico e culturale, soci e dipendenti delle 40 cooperative che in Sardegna gestiscono musei, biblioteche e i siti archeologici (che senza di loro non sarebbero neanche più al loro posto).http://www.unionesarda.it/multimedia/Articolo.aspx?id=637907
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