Cagliari, rione di Stampace: perché si chiama così e significato di Cucuru Cotu per i suoi abitanti

17 dicembre 2022 alle 12:05

Si scrive “stampaxinu cùcuru cotu” e si dice raddoppiando le consonanti: “stampaxinu cuccuru cottu”. Un modo di dire che si usava per indicare gli abitanti di uno dei quartieri storici di Cagliari, il quartiere di Stampace: una zona abitata già al tempo dei romani.

Il nome “Stampace” deriva dalla dominazione pisana (1200), come emerge anche dal fatto che a Pisa esiste un bastione che prende lo stesso nome.

Gli stampacini erano noti per essere delle persone molto ostinate. Infatti, “stampaxinu cùcuru cotu”, dal sardo all’italiano, significa “stampacino testa calda”. La loro ostinazione, la loro testa calda, era una qualità che gli aragonesi avevano conosciuto molto bene. Infatti intorno al 1300 questi ultimi combattevano in Sardegna e più precisamente a Cagliari, incontrando sul loro cammino gli abitanti di Stampace.

Uno storico aragonese che faceva parte della spedizione, Ramon Muntaner, descrive gli stampacini come la gente più maledetta del mondo, caratterizzata da orgoglio, arroganza e lussuria.

Inoltre pare che lo stampacino fosse un bell’uomo. A testimonianza possiamo citare un detto della Cagliari che fu che recitava: “a mustatzu stampaxinu fèmina o buca biddanoesa”. Dal sardo all’italiano: “al baffo stampacino (per indicare gli uomini di stampace) donna o bocca villanovese (per indicare le donne di un altro quartiere storico di Cagliari, il quartiere Villanova).

L’uomo stampacino e la donna villanovese, erano, per la sapienza popolare, la ricetta perfetta per il matrimonio perfetto, in quanto le donne villanovesi erano donne di grande bellezza, grazia e femminilità.