Antibioticoresistenza, un contributo da omeopatia e medicina integrativa

25 novembre 2025 alle 08:30
Roma, 25 nov. (askanews) - L'antibiotico-resistenza rappresenta oggi una delle sfide sanitarie più urgenti a livello mondiale. L'Organizzazione Mondiale della Sanità la considera una minaccia concreta per la salute pubblica ed ha auspicato un'azione globale e coordinata per preservare l'efficacia degli antibiotici, strumenti terapeutici fondamentali.Prof. Francesco Macrì, presidente SIOMI (Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata), Titolare del Master in Med. Trad. Comp. Int. Unimarconi: "L'antibioticoresistenza è il fenomeno che fa sì che i batteri, i germi, in qualche modo, da un po' di tempo a questa parte, non rispondono le terapie antibiotiche. Il problema è rilevante perché l'OMS calcola che a metà di questo secolo sarà una delle principali cause di morte. Esistono dei sistemi di sorveglianza, a livello internazionale, il Glass è quello più diffuso, che segnala quali sono le zone del mondo in cui questo fenomeno è particolarmente rilevante, che sono il Sud Est asiatico, che sono le zone del Mediterraneo orientale e che sono i Paesi africani".Come documentato dall'ultimo rapporto AIFA, in Italia ogni anno per l'abuso di consumo di antibiotici si registrano oltre 11.000 decessi - cifra che cresce a 110.000 per decessi in cui la inefficacia dell'antibiotico è una concausa - ed ogni anno 1,5 milioni di persone assumono antibiotici al di fuori dell'ambito ospedaliero. Nel nostro Paese quindi ci si ammala di più e, di conseguenza, si spende di più: i super batteri assorbono circa 1,5 miliardi di euro l'anno di risorse sanitarie e non.Prof. Francesco Macrì, presidente SIOMI (Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata), Titolare del Master in Med. Trad. Comp. Int. Unimarconi: "I motivi per cui il problema si verifica sono legati soprattutto all'atteggiamento a volte erroneo del medico nella prescrizione degli antibiotici, perché c'è un eccesso di prescrizione. L'altra necessità è l'informazione nei confronti del paziente, perchè il paziente anche nel momento in cui il medico avesse fatto una prescrizione efficace e giustificata, il paziente stesso, però ha dei comportamenti che possono interferire. Quindi un'informazione utile nei confronti del paziente può ridurre questi rischi".Tra i principali fattori nello sviluppo di patogeni farmaco-resistenti rientra l'uso eccessivo e inappropriato degli antibiotici, sia negli esseri umani che negli animali. Per questo, l'Unione europea si è posta l'obiettivo di ridurre del 20% il consumo totale di antibiotici nell'uomo entro il 2030. In questo senso l'omeopatia e la medicina integrativa possono dare un reale contributo per contrastare il fenomeno della resistenza antimicrobica, limitando il consumo di antibiotici quando non necessari.Prof. Francesco Macrì, presidente SIOMI (Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata), Titolare del Master in Med. Trad. Comp. Int. Unimarconi: "La strategia è quella di ridurre l'impiego di terapia antibiotica impropria. Ora per far questo, la terapia omeopatica può agire a diversi livelli. Il primo livello è quello di far sì che le infezioni respiratorie ricorrenti, per le quali si usa l'antibiotico in modo improprio, siano meno meno frequenti. L'altra possibilità è quella che, nel momento in cui un'infezione si è verificata, si riesca a ridurre la necessità di terapia antibiotica. Qualche anno fa abbiamo fatto un lavoro su bambini affetti di otite acuta e utilizzando la terapia omeopatica nella fase finestra siamo riusciti ad ridurre la necessità di utilizzare la terapia antibiotica del 25-30% rispetto al gruppo di controllo".Contrastare il problema richiede quindi un impegno congiunto, putando su una consapevolezza diffusa tra cittadini e operatori sanitari.