Washington. Donald Trump insiste e rilancia. Nel giorno in cui il segretario alla Difesa e il capo degli stati maggiori congiunti hanno tenuto una conferenza stampa sugli attacchi all’Iran che ha deluso le aspettative, il presidente statunitense non solo ribadisce che i raid americani hanno raggiunto l’obiettivo, ma chiede anche il licenziamento di quei giornalisti di Cnn e New York Times che hanno sostenuto il contrario, citando un rapporto preliminare degli 007 del Pentagono.
Intanto, al termine di un’altra giornata-show, dalla Casa Bianca arriva la notizia – data dalla portavoce Karoline Leavitt – che sui dazi ci potrebbe essere una proroga della scadenza di luglio, «ma è una decisione che spetta al presidente», ha detto in un briefing. Poi lo stesso Trump ha detto di «aver firmato» un accordo con la Cina, senza però specificare la natura dell'intesa.
L’attacco
Tornando all’Iran, «nulla è stato portato fuori dalla struttura. Ci vorrebbe troppo tempo, sarebbe troppo pericoloso, molto pesante e difficile da spostare!», ha scritto The Donald in un post su Truth riferendosi al sito Fordow colpito dai bombardieri americani B-2. Il presidente contesta i diversi rapporti, non solo americani, che sostengono come Teheran abbia nascosto in luoghi segreti il suo materiale nucleare prima dei raid Usa, spiegando che le foto satellitari di un gran numero di camion fuori dal sito prima dell'attacco mostravano semplicemente squadre di iraniani che cercavano di proteggere Fordow con del cemento «per coprire la parte superiore dei pozzi».
Contro i giornalisti
Il tycoon però vuole vendetta contro chi ha messo in dubbio l'efficacia della sua operazione denominata Midnight Hammer , ed è arrivato perfino a chiedere il licenziamento di Natasha Bernard, la reporter della Cnn che ha pubblicato per prima lo scoop sul rapporto dell'agenzia del Pentagono. «Dovrebbe essere licenziata dalla Cnn! L’ho vista per tre giorni diffondere fake news e dovrebbe essere cacciata via come un cane», ha attaccato il presidente su Truth. «Ha mentito sulla storia dei siti nucleari, tentando di distruggere i nostri piloti e facendoli apparire cattivi quando, in realtà, hanno fatto un ottimo lavoro e hanno ottenuto l'annientamento totale!», ha insistito il tycoon, che in un secondo post qualche ora dopo ha sostenuto che i giornalisti “incriminati” saranno licenziati. Ma al momento dalle due testate non c'è nessuna conferma.
La conferenza stampa
Ad alimentare l'ostilità dell'amministrazione verso i media ci ha pensato anche l'ex anchor di Fox Pete Hegseth che, nella conferenza stampa al Pentagono, ha sferrato un altro duro attacco contro i giornalisti presenti. «L'odio per Trump è nel vostro Dna», ha accusato il segretario alla Difesa, che si è perfino rivolto direttamente alla sua ex collega Jennifer Griffin. «Sei stata tra le peggiori», ha sentenziato, ribadendo il successo dell'attacco ma non fornendo nessun'altra informazione.
Più dettagliato l'intervento del generale Dan Caine, che tuttavia non ha risposto alla domanda più importante: quanto sono stati efficaci i raid americani? Il capo degli stati maggiori congiunti ha illustrato nei minimi particolari la preparazione e l'esecuzione dell'attacco, sottolineando che è stato il culmine di un lavoro di 15 anni. Ha elogiato e ringraziato i piloti, uomini e donne, che hanno rischiato la loro vota per sganciare le bombe su Fordow. Quando gli è stato chiesto di fornire una valutazione sull'efficacia dell'attacco, però, ha sviato la domanda limitandosi a dire che «quello non è il compito dell'esercito ma della Cia e delle altre agenzie di intelligence».
E Trump si è poi complimentato con Hegseth e Caine per la conferenza stampa al Pentagono: Una delle più grandiose, professionali e ricca di informazioni che abbia mai visto!», ha scritto su Truth.
L’amico Bibi
E un altro intervento è stato sui guai giudiziari di Netanyahu in patria: con l’ennesimo post Trump si è detto «scioccato nell'apprendere che Israele, che ha appena vissuto uno dei suoi momenti più grandiosi della storia, guidato con forza da Netanyahu, stia continuando la sua ridicola caccia alle streghe contro di lui, un uomo che ha dato così tanto. Il processo a Bibi dovrebbe essere annullato immediatamente, oppure dovrebbe essere concessa la grazia a un grande eroe che ha fatto così tanto per Israele».
Dopo qualche ora il sistema politico israeliano ha rilasciato commenti a pioggia: «Non è compito del presidente Usa interferire nei procedimenti legali di Israele. La nostra indipendenza è un valore importante, anche per Netanyahu».
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