Bruxelles.

Sanchez, l’anti-Donald guida la sinistra Ue  

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Bruxelles. L'anti-Trump, Pedro Sanchez, detta la linea alla sinistra europea. In difficoltà interne, il premier spagnolo si guadagna la ribalta internazionale: in 24 ore, dal vertice Nato dell'Aja al Consiglio europeo di Bruxelles, sposta l'attenzione dalla corruzione nel suo partito alla sua leadership incontrastata dei progressisti europei. Si identifica come l'unico leader europeo capace di sfidare Trump sulla Nato e sui dazi, Ursula von der Leyen su Gaza e Green deal.

Con questa linea intransigente ha conquistato il partito socialista europeo, creando poi un’intesa con Elly Schlein sancita con una cena al ristorante. «L'aumento della spesa militare al 5% - dice la leader dem - rischia di ipotecare il futuro delle prossime generazioni. Sanchez ha dimostrato che si può dire di no ai bulli e alla prepotenza di Trump». Sul Medio Oriente, «chiediamo l’embargo totale di armi con Israele, sanzioni per il suo governo e il riconoscimento dello Stato di Palestina, come già altri Paesi Ue hanno fatto».

Per Sanchez, la politica estera si intreccia con quella interna: sa che gli scandali corruttivi nel suo partito hanno indispettito gli alleati di governo, per cui ora deve venire incontro al suo partner, la coalizione di sinistra Sumar. Stabilire che la capacità militare spagnola si fermerà al 2,1% del Pil può far attenuare le proteste di chi chiede il ritiro della Spagna dal Patto Atlantico.

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