Commissioni riunite.

L’allarme in Consiglio regionale «Danni economici gravi al comparto, necessario l’intervento del Governo» 

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Il livello d’allerta è alto – la dermatite nodulare bovina è una malattia di tipo A (significa che non è presente nell’Ue e di conseguenza è richiesta l’eradicazione immediata) – per questo ieri si sono riunite con urgenza le commissioni sesta e quinta dove gli assessori alla Sanità e all’Agricoltura, Armando Bartolazzi e Gianfranco Satta, hanno fatto il punto sulla nuova emergenza animale in Sardegna. Entrambi hanno il massimo impegno per fare fronte a quella che potrebbe rivelarsi un nuovo flagello per gli allevamenti dell’Isola. Ma una cosa dev’essere chiara, ha sottolineato Satta: «Questa malattia virale è classificata tra le “peggiori”. Per questo dobbiamo chiedere con forza l'intervento del Governo centrale».

Stanziamenti

Il discorso vale soprattutto in relazione ai danni economici subiti dagli allevatori a causa del blocco totale della movimentazione dei bovini, nel raggio di dieci chilometri, nelle zone dove è accertata la presenza del virus, con una zona di sorveglianza estesa per cinquanta chilometri. «Il comparto bovino», ha ricordato l'assessore, «rappresenta circa 300mila capi, e di questi ne movimentiamo annualmente 80mila: è chiaro che un blocco delle movimentazioni, anche se per poche settimane, determinerà ripercussioni sociali ed economiche gravi». Ora, «la Giunta ha già definito alcuni stanziamenti (che dovrebbero ammontare a circa cinque milioni di euro), devono essere certamente garantiti dalla Regione ma è necessario che l'esecutivo nazionale sia in prima linea per sostenere il comparto, non dobbiamo essere essere lasciati soli come è capitato con la blue tongue». La prossima settimana, intanto, è in programma una riunione con tutte le organizzazione agricole, gli enti e le agenzie interessate. «Servono azioni coordinate, tempestive, mirate ed efficaci», è l’intendimento comune degli assessori e dei commissari dei parlamentini di Sanità e Agricoltura, Carla Fundoni e Antonio Solinas.

«Dati preliminari»

Bartolazzi, da parte sua, ha chiarito che «i dati sono ancora preliminari, devo dire che è una cosa che non ci aspettavamo, e che chiaramente ci impegna al massimo delle nostre forze». Poi ha ricordato l’importanza di conoscere la cause dell’infezione: la malattia sarebbe arrivata dal Nord Africa, dove alcuni allevamenti risultano infetti, attraverso un insetto vettore (tafani, mosche, zanzare, zecche) che avrebbe quindi “trasportato” il virus da un animale infetto del Maghreb ad uno sano in Sardegna (i tempi di incubazione della malattia sono tra i 4 e i 7 giorni). Per quanto riguarda la profilassi, si ipotizza il ricorso al vaccino («esiste ed è prodotto in Europa e si tratta di un vaccino a virus vivo attenuato», ha detto) ma le decisioni, trattandosi di una malattia di tipo A, saranno concordate con il ministero e in linea con i dettati di Bruxelles. «I commissari dell’Ue», ha detto, «sono già in Sardegna nelle aree dove sono stati accertati i casi di dermatite bovina». (ro. mu.)

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