Tel Aviv. Gli spari in aria, lo stupore ma anche la paura a Jenin per una delegazione di ambasciatori e diplomatici da tutto il mondo in missione per verificare la situazione umanitaria, quando i soldati dell’esercito israeliano hanno iniziato a esplodere colpi in aria dall’interno del campo profughi. Un segnale di avvertimento dell’Idf che ha immediatamente scatenato la reazione internazionale: da Roma a Berlino, da Bruxelles a Parigi è rimbalzata la condanna per un episodio bollato come “inaccettabile”. I rappresentanti provenivano da 31 Paesi, tra cui Italia, Canada, Egitto, Giordania e Regno Unito e del gruppo faceva parte anche il viceconsole italiano, Alessandro Tutino. Nei video pubblicati dal ministero degli Esteri palestinese si vedono soldati su una strada bloccata da un grande cancello giallo che puntano i fucili e si sentono spari che forse provengono da dietro, mentre decine di persone, dopo qualche istante, fuggono verso le auto parcheggiate per mettersi al riparo.
Le reazioni
Immediata la reazione delle cancellerie, che hanno condannato gli spari nonostante le scuse dell’Idf. «Le minacce contro i diplomatici sono inaccettabili, chiediamo al governo d’Israele di chiarire l’accaduto», ha dichiarato subito il ministro degli Esteri Antonio Tajani, riferendo che il viceconsole coinvolto nell’incidente è rimasto illeso. E facendo sapere di aver fatto convocare alla Farnesina l’ambasciatore israeliano a Roma, Jonathan Peled, al quale il segretario generale, Riccardo Guariglia, ha chiesto «spiegazioni», contestando il comportamento dei militari israeliani. Ribadendo «quello che il Governo italiano chiede insistentemente da giorni: Israele deve interrompere le operazioni militari a Gaza, puntare sul negoziato per la liberazione degli ostaggi e per un cessate-il-fuoco» che faccia ripartire il processo di pace. «Israele deve aprire subito i varchi a Gaza per permettere l’ingresso massiccio di aiuti alimentari e sanitari per la popolazione palestinese», ha ribadito Guariglia.
Gli altri Stati
E sulla stessa linea si sono mosse le altre cancellerie europee. Anche Parigi ha convocato il rappresentate diplomatico israeliano e il ministero degli Esteri tedesco ha condannato «l’immotivata sparatoria». Nel clima arroventato tra Gerusalemme e Bruxelles di questi giorni, è poi intervenuta l’alta rappresentante europeo Kaja Kallas chiedendo «a Israele di indagare e di assegnare la responsabilità di questo incidente». L’Anp ha invece definito l’episodio un «atroce crimine commesso dalle forze israeliane». L’esercito israeliano, in un comunicato ufficiale, si è scusato, rammaricandosi e spiegando che «la delegazione si è allontanata dal percorso previsto ed è arrivata in un’area in cui non era autorizzata a trovarsi. Una forza dell’Idf operativa sul posto ha effettuato colpi di avvertimento. Non ci sono stati danni né feriti». E ha aggiunto che «i rappresentanti dei Paesi coinvolti saranno immediatamente contattati, e nei prossimi giorni avranno luogo colloqui personali con i diplomatici per aggiornarli sui risultati preliminari dell’inchiesta sull’incidente». A Jenin, come in altre zone della Cisgiordania, da mesi è in corso una massiccia operazione antiterrorismo dell’Idf a cui prendono parte anche le forze di sicurezza dell’Autorità palestinese.
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