La scoperta

Quattro nuove specie di crostacei vivono nel Montalbo 

«Le acque carsiche di Siniscola ora sono al centro dell’Europa» 

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Le analisi in laboratorio potrebbero riservare ulteriori sorprese. Tuttavia, dovrebbero essere almeno quattro le nuove specie di crostacei scoperte negli acquiferi del Montalbo dai ricercatori dell’Università Libera di Bruxelles e dagli speleosub dell’associazione Phreatic di Cala Gonone. «Le novità che emergono dallo studio - dice il referente della Riserva della Biosfera per il Parco di Tepilora, Francesco Murgia - mettono le acque carsiche della Baronia al centro dell’Europa».

La ricerca

Gli studi in grotta, dedicati a conoscere meglio la biodiversità nello straordinario labirinto di acque carsiche sotterranee lungo la catena montuosa che separa Barbagia e Baronie, sono iniziati nella primavera del 2024 grazie a un finanziamento del Parco naturale regionale di Tepilora che gestisce la Riserva della Biosfera MaB Unesco di Tepilora, Rio Posada, Montalbo. Al centro delle rilevazioni, e non poteva essere altrimenti, è finita la grotta di Sa Conca ’e Locoli, a Siniscola. Stando all’eccezionale scoperta, i nuovi crostacei presenti nelle profondità dell’acquifero di Locoli sono ciechi e biancastri. Di fatto sono dei piccoli gamberi: il più grande raggiunge i 2 centimetri di lunghezza, un altro arriva a mezzo centimetro e i due più piccoli rimangono sotto il millimetro. Adesso la loro descrizione consentirà di dargli un nome. Intanto, in attesa che arrivi il nome latino, come impongono le regole della zoologia, i due crostacei più grandi saranno riconoscibili come “montisalbi” e “tepilorae”. Così da renderli riconoscibili alla comunità dei ricercatori e immortalare questi territori della Sardegna nella letteratura scientifica.

Gli studi

Un progetto innovativo. Fin dai primi istanti gli studi sostenuti dal Parco di Tepilora sono stati animati da un punto di forza: il ricorso a tecniche molecolari all’avanguardia, basate sul Dna ambientale, per l’analisi delle acque sotterranee del massiccio del Montalbo. Sinora queste analisi erano servite solo per individuare singole specie. Con le innovazioni messe a punto, note come “metabarcoding”, è stato possibile definire l'intero mondo vivente dell'acquifero. Quindi, batteri, funghi e tutti gli animali che compongono questo ecosistema nascosto. E che descrivono le relazioni con gli ambienti di superficie e gli altri ospiti delle grotte, come i pipistrelli. Le tecniche testate a Locoli e nell’acquedotto di Fruncu 'e Oche, sempre nel Montalbo, sono state accettate come standard dai membri del progetto europeo “Biodiversa+ Sub-BioMon” (dedicato al monitoraggio biologico delle grotte). Adesso verranno applicate, con analoghe modalità, alle grotte di Slovenia, Romania, Ungheria, Belgio, Lussemburgo e altre regioni d’Italia, dando vita così a un network europeo di monitoraggio.

Area MaB Unesco

«Le novità che emergono da questo studio incentrato sull’acquifero del Montalbo, nel quale si sommano le capacità tecniche degli speleosubacquei di Phreatic alle competenze scientifiche dell’Università di Bruxelles, fanno comprendere l’importanza delle acque carsiche della Baronia», ribadisce il geologo nuorese Francesco Murgia, referente della Riserva della Biosfera per il Parco di Tepilora. «A conclusione dello studio, le comunità di una vasta porzione della Riserva MaB Unesco potranno contare su uno strumento conoscitivo fondamentale per valorizzare le risorse idriche sotterranee. Sarà un vantaggio per tutto il territorio».

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