Palazzo Bacaredda.

Sì al nuovo “Plus”: «Città più inclusiva» 

L’assessora Puddu: una data storica. Il centrodestra: è il libro dei sogni 

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Nuove politiche per la casa, con un programma di contrasto a tutta la galassia della povertà abitativa, azioni per il sostegno alle famiglie, con la creazione di un centro per la famiglia in via Abruzzi, interventi per l’invecchiamento attivo, con, tra le altre cose, la creazione di un centro diurno ricreativo in via Bacaredda. E ancora: lotta alle dipendenze, con l’apertura alla Marina di una sede dove personale della Asl e i servizi sociali forniranno risposte ai bisogni dei giovani, interventi di integrazione socio-sanitaria, con il rafforzamento del sistema delle dimissioni protette per le persone più fragili, l’assistenza territoriale con l’apertura di centri della salute di quartiere sulla scia dell’esperienza di Sant’Elia. Quindi azioni e progetti per l’accoglienza e l’inclusione di immigrati e stranieri e la creazione di una rete di contrasto alla violenza di genere, la riapertura delle sedi dei servizi sociali a Sant’Avendrace, alla Marina e a Stampace, l’inaugurazione di un pronto intervento sociale h24. Sullo sfondo l’obiettivo di avere un operatore del Comune dei servizi sociali ogni 4000 abitanti (oggi il rapporto è 1 a 5.000).

Cagliari continua a garantire un solido supporto alle vulnerabilità attraverso una serie di azioni dedicate alle diverse situazioni di bisogno e difficoltà che emergono dalla popolazione e lo fa approvando dopo 14 anni di attesa il nuovo piano locale unitario dei servizi alla persona (Plus) 2026-2028.

Il documento

«Un documento che ha un’anima politica», premette la “mamma” del nuovo Plus, l’assessora alle Politiche sociali, «che rappresenta una rete protettiva che garantisce sicurezza a ciascuno di noi perché la fragilità è una condizione che tutti possiamo vivere. Ecco perché l’approvazione del nuovo Plus rappresenta un momento storico, una risposta sulle opportunità, e sui servizi che rende concreti i diritti sociali», aggiunge.

L’opposizione

Il centrodestra, che si è astenuto, denuncia gravi lacune. «Il Plus è un atto formalmente corretto, ma politicamente debole: un piano che esiste sulla carta, non nella vita reale dei cagliaritani», dicono. «Dietro gli annunci mancano le risorse certe. Il piano si regge quasi esclusivamente su fondi europei e Pnrr, tutt’altro che garantiti, mentre le risorse comunali vengono drasticamente ridotte. Per la violenza di genere, per esempio, si passa da 265 mila euro a poco più di 60 mila. A questo si aggiungono carenze strutturali di personale, pochi posti nelle strutture residenziali e una governance frammentata, incapace di garantire continuità e diritti. Per questo motivo», concludono, «chiediamo un riesame del piano, con audizioni pubbliche e finanziamenti chiari. I cagliaritani hanno bisogno di servizi che funzionano, non di documenti ben scritti. E non si può tacere un ultimo, grave elemento: il piano è stato redatto con ì commissari Asl ormai decaduti. Un fatto che pone interrogativi politici e istituzionali sulla legittimità del percorso seguito».

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