Alla Regione esultano: «Sos Enattos è salvo». Ma non è solo l’Einstein Telescope a trarre beneficio dal provvedimento con cui il Consiglio di Stato ha bloccato il progetto per il parco eolico denominato "Gomoretta", proposto dalla società Parco Eolico Maestrale, ramo della Siemens Gamesa Renewable Energy Italy S.p.A., che prevedeva l'installazione di un impianto da 45,045 Mw nei territori comunali di Bitti, Orune e Buddusò. Tredici gli aerogeneratori previsti, di dimensioni gigantesche: le torri di sostegno avrebbero avuto un’altezza di 84 metri e il rotore un diametro di 132 metri, per un’altezza complessiva quindi di 150 metri. Sono proprio i territori di quei Comuni che ora fanno festa perché le mega pale previste non saranno tirate su.
La decisione
Almeno questo stabilisce la sentenza del Consiglio di Stato, pubblicata ieri, che ritiene anche la Valutazione di impatto ambientale (Via) concessa per l’impianto del tutto inconsistente dal punto di vista normativo: le nuove norme statali impongono il blocco totale entro i dieci chilometri da luoghi che, come quelli in cui la Siemens avrebbe voluto realizzare il al parco eolico, anche perché creerebbero disturbo agli studi dell’Einstein Telescope. La Sezione Quarta, davanti alla quale la Regione era tutelata dagli avvocati Mattia Pani, Andrea Secchi e Giovanni Parisi, ha sottolineato senza tentennamenti l’incompatibilità dell’impianto eolico della Siemens con l’infrastruttura di ricerca e alle relative interferenze. In sostanza, non solo prevale l’interesse scientifico, ma non esisterebbe alcuna violazione delle norme in vigore.
Legittimità
Tra le motivazioni addotte nel ricorso per favorire il progetto della Siemens, alla quale, a questo punto, mancava soltanto l’autorizzazione unica per procedere alla costruzione della mega struttura, risulterebbe infondata anche la questione della legittimità costituzionale: tra l’altro, secondo la Quarta sezione, presieduta da Luigi Carbone, la parte ricorrente si è limitata ad indicare disposizioni impugnate «senza però specificare i parametri costituzionali che sarebbero stati violati». Inoltre, «non sussiste la violazione del principio di massima diffusione delle energie rinnovabili in quanto, la normativa in esame non introduce un divieto assoluto ed aprioristico alla realizzazione dell’impianto eolico in questione, ma richiede solamente un rinnovo del procedimento con la partecipazione allargata ad altre amministrazioni».
Le interferenze
Con specifico riferimento alla sussistenza di un altro requisito previsto dalla legge, relativo alla “preservazione ambientale delle aree medesime e dei territori circostanti” ai fini della realizzazione o del corretto funzionamento delle infrastrutture di ricerca, il Consiglio di Stato ricorda che «i profili di interferenza possibile dell’impianto eolico con l’Einstein Telescope si verificano, come noto, proprio in relazione ai possibili disturbi che i rotori immettono nell’ambiente, potendo pregiudicare la rilevazione delle onde gravitazionali, i quali sono evidentemente profili di impatto ambientale da valutarsi proprio nel procedimento che ha condotto dall’adozione del provvedimento in questa sede impugnato».
La sentenza
Da qui il verdetto in nome del popolo italiano che lascia l’amaro in bocca alla Siemens, ma che fa tirare un sospiro di sollievo nei territori di Bitti, Orune e Buddusò: le maxi pale non si faranno.
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