L’assalto

Pratobello contro l’eolico diventa un film 

«La nostra lotta continua, questo lavoro serve a scuotere le coscienze» 

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“Dove vai, Sardegna?”. O meglio: “Quo vadis, Sardinna?”. Antonio Congiu da Orgosolo, sebbene preferisca farsi chiamare Antoni, ha deciso di ribellarsi a una narrazione ricorrente, quella che vede una transizione energetica imposta e smodata anche in territori-simbolo. «Ho pensato: un film può dare voce alla nostra terra, a tutta quella gente che ha bisogno di esternare il proprio malumore per una “svolta green” che non è stata condivisa», dice il regista barbaricino, in un gremito auditorium della biblioteca Satta di Nuoro. «Sì, nel mio piccolo penso di aver dato risalto a tante persone che sono state lasciate sole, che hanno subito un intervento calato dall’alto. Ora la politica ci ascolti».

Lotta continua

Un lavoro cinematografico dettagliato. Ottanta minuti, un’infinità di voci e racconti variegati. L’assalto eolico prende il sopravvento, certo, ma il regista orgolese vuole evidenziare un atteggiamento più ampio, che vede l’Isola come un’indifesa “terra di conquista”. Così, ecco le servitù militari; poi le rovine industriali non bonificate, foriere di distruzione, inquinamento e saccheggio protratto per anni. Insomma, la Sardegna si ribella alla speculazione energetica ma non solo. «Non siamo contrari alle energie rinnovabili, tuttavia siamo assolutamente contrari a questo modo di fare e di imporre le decisioni». Concetti chiari, si sono levati ancora una volta dal cuore di Nuoro. In tanti hanno preso parte alla proiezione di un film che vuole dettare un cambio di passo. Una nuova accelerata. Rabbia condivisa, netta, adesso pure impressa in una pellicola che vuole essere proiettata ovunque. Anche nelle scuole.

Compattezza

Il vento della “legge Pratobello” soffia sempre più forte. Nessuno ha intenzione di ammainare la bandiera, di affossare e cancellare oltre 210mila firme. «La nostra battaglia non si è mai spenta, questo film testimonia il nostro spirito e le nostre intenzioni», afferma Maria Grazia Demontis, del “Comitato Gallura contro la speculazione energetica”. «Questo lavoro cinematografico dà la possibilità di mostrare, a chi ancora non si è reso conto dei sacrifici affrontati da questa terra - sia dal punto di vista industriale sia da quello della transizione - che la Sardegna ha già sacrificato tantissimo. Abbiamo subito troppe vessazioni. Quello che ci stanno chiedendo adesso va oltre le nostre possibilità. Quindi, noi ci opporremo con tutte le nostre forze a questa “quarta colonizzazione” imposta dall’alto: genera solo l’occupazione del cielo, delle terre, del mare».

Immagini e parole

Folgorato sulla via di “Banditi a Orgosolo”, su quella strada tracciata dal maestro Vittorio De Seta, Antonio Congiu ha voluto dare la sua “scossa”. Videomaker, musicista, tecnico del suono: stavolta soprattutto regista. L’estroso orgolese ha condensato il malcontento di una terra unica. Ha dato voce ai pastori assediati dalle pale eoliche e dai parchi fotovoltaici; quindi, ha svelato il disappunto dei pescatori, degli archeologi, degli indipendentisti, della gente comune. «La lotta della Pratobello continua», promette Congiu, «non sarà facile, lo sappiamo, perché dietro ci sono scelte governative che vanno oltre l’Isola. Il film serve a questo: a scuotere le coscienze».

Maurizio Fadda, professione agronomo, conclude: «Il documentario riassume anni di lotte. Noi continueremo a difendere l’Isola da tutte le speculazioni. Alla politica dico: ascoltate la gente e i numerosi territori. Basta con questo atteggiamento che non considera il popolo».

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