«Basta blackout». A causa dei condizionatori, manca la corrente elettrica in interi paesi, come capitato giovedì nel centro Sardegna e in Ogliastra e nelle scorse settimane in diverse località anche turistiche, interessando diverse migliaia di cittadini.Per difenderci da questo caldo asfissiante dobbiamo tenere accesi migliaia di condizionatori d’aria, proprio quelli che le aziende elettriche consigliavano di installare come sistemi di riscaldamento e raffrescamento, per usare meno gas e più energia elettrica e contribuire in questo modo a combattere il “cambiamento climatico”.
I dubbi
«Peccato che ci sia un problema: per far funzionare le macchine elettriche, che peraltro sono ancora meno del 5%, come il condizionatore (o il frigorifero, o la lavatrice) serve l’energia elettrica, e serve dove c’è il condizionatore e nel momento in cui lo si deve accendere», fanno sapere i sindacati Filctem, Flaei e Uiltec, legati a Cgil, Cisl e Uil. «Ed è proprio qui il fatto: chi dovrebbe garantire a cittadini e imprese di avere sempre comunque a disposizione la quantità di energia elettrica necessaria per tutti i bisogni (familiari o industriali), oggi dà la colpa dei blackout al caldo eccessivo e inaspettato. Si tratta di «aziende che hanno la concessione dello Stato italiano per distribuire l’energia elettrica costruendo impianti sufficienti per tutti i bisogni, investimenti che vengono pagati dalle bollette. Invece si sceglie di risparmiare, di riparare impianti vecchi, di privarsi del personale necessario per i lavori che dovrebbero essere fatti, di appaltare attività di cui si perde il controllo e via discorrendo. Ricordiamo che Enel, attraverso e-distribuzione, ha la concessione per oltre l’85% del territorio nazionale, mentre le principali Aree metropolitane del Nord Italia e Roma sono servite da grandi imprese municipalizzate».
Le sigle
Filctem, Flaei e Uiltec da anni lottano contro le politiche industriali sbagliate di Aziende che dovrebbero garantire il servizio elettrico, ritenuto essenziale, su tutto il territorio italiano (avendone la concessione) e che invece puntano ad aumentare i profitti per i propri azionisti.
«Da oltre un anno e mezzo sono in atto scioperi in E-distribuzione proprio su questi temi», è la conclusione. «Oggi chiediamo alle Istituzioni (Governo, Regioni, Sindaci,) e alle forze politiche di ogni parte, di intervenire per riprendere la loro funzione di controllo sui concessionari di servizi pubblici, perché i blackout non nascono sotto i cavoli, ma sono responsabilità di chi non ha fatto quanto doveva per evitarli».
RIPRODUZIONE RISERVATA
Questo contenuto è riservato agli utenti abbonati
Per continuare a leggere abbonati o effettua l'accesso se sei già abbonato.
• Accedi agli articoli premium
• Sfoglia il quotidiano da tutti i dispositivi