Il caso.

Sant’Efisio, vietati anche i selfie 

Giro di vite: i fedeli non potranno più toccare la statua né avvicinarsi troppo 

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Il nulla osta della Sopritendenza arriverà prima di Natale. E già durante le feste comincerà il restauro, in modo tale da permettere a Sant’Efisio di presentarsi ai fedeli in piena forma in occasione della prossima Festa, edizione numero 370. La rottura dell’indice della mano destra, procurata in un incidente durante la processione votiva lo scorso maggio, sarà completamente ricomposta. Così come spariranno quei“graffi” sul corpo, in alcuni casi vere e proprie ferite profonde, procurate dagli ori e dalla spada che il Santo indossa quando ogni anno quando chiama migliaia di fedeli in pellegrinaggio per sciogliere il voto.

Nuove regole

Ma se il Martire Guerriero si presenterà più in salute, anche a dispetto dei suoi anni, la Soprintendenza studia nuove regole per evitare che in futuro il Santo debba ricorrere alle “cure”. E allora si pensa a una stretta sui comportamenti che i fedeli potranno tenere durante la processione. Niente di definito, per il momento. Ma sembra sempre più certo il divieto per tutti, tranne solo alcuni autorizzati, di toccare il simulacro durante la processione sui luoghi del martirio, la necessità di ridurre al minimo le fermate del cocchio (quante? ancora non è stato stabilito), vietare i selfie-ricordo quando il Santo viene portato fuori dalla teca (che poco c’entrano con la devozione). «Per il momento non conosciamo i dettagli, sappiamo solo che per preservare il simulacro ci saranno delle restrizioni», spiega Andrea Loi, presidente dell’Arciconfraternita del Gonfalone di Sant’Efisio. «Toccherà a noi dell’Arciconfraternita trovare una sintesi tra le esigenze del culto e quelle di custodia del simulacro. Certo», dice ancora, «i selfie poco hanno a che fare con la devozione. Sarà lavoro lungo per spiegare alle persone che la devozione non è tanto toccare il simulacro quanto avere sant’Efisio nel cuore», aggiunge.

Gli scenari

È tutto in discussione, come detto. Nessuna decisione è stata ancora presa. Ma è inevitabile che una “stretta” ci sarà. Anche perché se la prossima festa le misure che verranno messe in campo non dovessero produrre risultati, qualcuno bene informato sostiene che la Soprintendenza potrebbe, nel 2027, virare su misure di contenimento anche molto severe. La più radicale sarebbe quella di portare in processione una copia del simulacro, una riproduzione in vetro resina, si è detto. Si vedrà. Non sarebbe la prima volta: questo già avviene per la Madonna di Bonaria dopo che ha rischiato di essere “consumata” dalla troppa devozione dei fedeli.

I lavori di restauro

In attesa delle nuove regole (che Soprintendenza e Arciconfreternita comunicheranno in primavera), comincia intanto il restauro. Insieme alla statua, l’Arciconfraternita, grazie a una donazione di 19mila euro della Fondazione di Sardegna, rifà il look anche ai carri: quello di campagna e quello della festa. «La fase burocratica, che prevede la comunicazione da parte dell’ufficio ecclesiastico della Curia alla Soprintendenza che dà il nulla osta è terminata», spiega Andrea Loi, «ora si passa alla fase operativa sulla quale sovrintende la Soprintendenza», aggiunge. Se dell’intervento sul simulacro si è detto, sui carri, «quello messo peggio è quello campestre, che affronta il viaggio più impegnativo», spiega ancora Loi, «si farà un lavoro sulle ruote», occorre rinforzare la parte meccanica, «e sulle decorazioni».

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