Milis.

«Saluto il 2026 chiudendo bottega» 

Ultimi giorni per il negozio aperto nel 1880, la resa del proprietario 

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Non è stato solo un negozio di generi alimentari ma un vero luogo di socialità. Dopo oltre cento anni di attività ininterrotta, la storica bottega della famiglia Scanu mercoledì 31 abbassa definitivamente la serranda. «Mi dispiace tanto ma è arrivato il momento. Sarà strano dopo tanti anni andare a fare compere altrove», commenta il titolare, Giannetto. Non chiude solo su un esercizio commerciale, ma tramonta un secolo di storia, lavoro e relazioni che hanno segnato la vita del paese e di intere generazioni. Ora è alla ricerca di potenziali acquirenti che prenderanno il testimone.

Aperto da fine Ottocento

Fondato a fine dell’Ottocento da Pietro Ortu e dalla moglie Imbenia Marras, passò poi di mano al nipote Giovanni Congiu nel 1926, che poi diventerà padrino di Giannetto. Proprio quell’anno Ferruccio Scanu, babbo di Giannetto, fu assunto come garzone nella bottega, apprendendo e maturando il mestiere.

All’epoca si vendeva di tutto: alimentari, casalinghi, addirittura petrolio, pece e allume di rocca, coloranti e solventi. Giannetto ancora custodisce gelosamente pesi, contenitori, bilance e altri arnesi storici.

Nel 1961, alla morte di Congiu (che poi lascerà tutti i suoi beni all’Asilo di Milis con il vincolo di istituire un orfanotrofio) Ferruccio Scanu prese le redini del negozio instradando il figlio Giannetto.

Punto di riferimento

Il negozio ha attraversato epoche e trasformazioni profonde: due guerre mondiali, il boom economico, i cambiamenti delle abitudini di consumo e l’avvento della grande distribuzione. Sempre fedele alla propria identità, ha continuato a rappresentare un punto di riferimento per la spesa quotidiana dei milesi. Dietro il bancone il 75enne Giannetto e la moglie Maria Loi hanno portato avanti l’attività con impegno e sacrificio, ottenendo diversi riconoscimenti, tra cui quello di “Maestro del commercio” nel 2012 per i 57 anni di attività, premiato dalla Confcommercio. Molti clienti «coglievano l’occasione della spesa per confidarsi e sfogarsi delle difficoltà della vita», ricorda Giannetto.

L’aneddoto

«La decisione di chiudere arriva con rammarico ma anche con consapevolezza. Dagli anni Novanta siamo associati alla Grande distribuzione che ci ha sostenuto nel mutamento del mercato e nel passaggio dalla lira all’euro. Una storia plurisecolare con tanti aneddoti, come quello di un’anziana non ancora abituata al passaggio all’Euro che, al momento di pagare la spesa, aveva risposto “e in dinai cantu faidi ?”, preferendo il conto in lire», rammenta sorridente Giannetto.

La decisione

La chiusura è una scelta sofferta ma inevitabile: «È stata una parte importante della nostra vita ma i tempi sono cambiati e non è più possibile andare avanti. Però il negozio proseguirà con trasformazioni inevitabili e con una nuova gestione», spiega Giannetto. Con la chiusura della bottega se ne va un pezzo di storia locale, simbolo di un modo di fare commercio basato sulla vicinanza e sulla relazione umana.

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