Le festività

Natale, la crisi va in vacanza Forti spese per doni e cenone 

La tradizione batte anche l’inflazione e gli stipendi bassi:  buoni affari al mercato di Cagliari, resistono gli altri negozi 

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La tradizione batte tutto, anche la crisi, l’inflazione e il mancato rinnovo dei contratti. I cagliaritani non rinunciano all’appuntamento con la tavola per le feste natalizie. Anche quest’anno astice, burrida, maialetto e agnello, oltre all’immancabile frutta secca, sono andati a ruba nei mercati del capoluogo della Sardegna. Il mercato di piazza Nazzari si prepara per il periodo più importante dell’anno. Sarà la prima volta per la struttura civica provvisoria, in attesa che vengano completati i lavori di riqualificazione di San Benedetto. I commercianti sono fiduciosi, certi che i clienti non tradiranno le loro abitudini: perché ai casteddai chiedete mille sacrifici, ma non di rinunciare a prelibatezze da offrire a tavola a parenti e amici. Non è mancato chi ha approfittato della tredicesima per cambiare lo smartphone, sostituire tv o lavatrice, o l’ha destinata a spese per bollette e debiti arretrati.

L’indagine

Secondo Confcommercio, quasi nove italiani su dieci spenderanno fino a 300 euro per i doni natalizi, mentre cresce lievemente (dal 13% al 13,2%) la quota di chi supererà questa soglia. La spesa media si attesta a 211 euro. L’indagine evidenzia come la tredicesima venga destinata principalmente alle spese per casa e famiglia (22,8%), al risparmio (22,1%), al pagamento di tasse e bollette (20,2%) e solo per il 18% circa all’acquisto dei regali di Natale. Cosa acquistiamo Tra i doni più richiesti si confermano i prodotti enogastronomici, vini e liquori (19,7%), seguiti da articoli per la cura della persona e trattamenti di bellezza (15,2%) e da abbigliamento, calzature e articoli sportivi (13,2%).

Caccia all’affare

Prima i debiti, poi gli sfizi. Dopo aver pagato bollette arretrate, mutui e altri debiti quello che resta della tredicesima finisce in regali. «Si stanno confermando le previsioni», spiega Giuseppe Scura, direttore di Confcommercio. Anche quest’anno i cagliaritani hanno rispettato la tradizione: abbigliamento, accessori, articoli per la casa, libri, giocattoli e tecnologia sono i cima agli acquisti e alle preferenze. Molti concentreranno gli acquisti in questi giorni prima di Natale a caccia dell’affare. «I cagliaritani stanno rispondendo bene, con un aumento del 3% rispetto al 2024. È bene precisare – aggiunge Scura – che la black week ha dato il via agli acquisti natalizi e rappresenta una tappa fissa anche per i consumatori del territorio». I commercianti passata la sbornia natalizia sono proiettati alla prossima tappa. «Il 3 gennaio inizieranno i saldi, siamo fiduciosi e ci aspettiamo una maggiore propensione all’acquisto».

Cautela

Marco Medda, presidente provinciale di Confesercenti, è cauto. «La diminuita capacità di acquisto dei cagliaritani è palpabile. L’inflazione galoppa e gli stipendi, quindi la capacità di spesa, non sono aumentati». Per il rappresentante di Confesercenti «anche l’acquisto dei regali natalizi è in calo, soprattutto l’elettronica e l’abbigliamento». Il cibo tira ancora? «Anche nell’alimentare, che risente in maniera minore delle vendite online, registriamo una perdita generalizzata del 20% che va a colpire le piccole attività ma anche i grandi centri di distribuzione». Lo sbocco? «Se non aumentano gli stipendi il calo diventerà strutturale».

A tavola

In piazza Nazzari il clima è frizzante. Il primo Natale nella struttura comunale cagliaritana ha superato le paure dei boxisti che temevano un crollo dopo il trasferimento dallo storico mercato di San Benedetto, chiuso da marzo per lavori di riqualificazione. «Gli affari non vanno male, anche se molti aspetteranno la vigilia per acquistare frutta e verdura», afferma Salvatore Portas, box A07. I prezzi sono aumentati? «No, sono uguali all’anno scorso: clementine a 2,50 euro al chilo, datterini 5,50; finocchi 2; zucchine 3,50; ravanelli 1 euro al mazzo». Cosa acquistano di più? «Le verdure per il pinzimonio». Di fronte, al box A10, Marcello Usai sforna polpette in quantità industriali. «Sulle tavole dei cagliaritani non può mancare il maialetto o l’agnello». Il costo? «Leggermente più alto rispetto alla grande distribuzione». Antonio Festino non si lamenta. «Anzi, i clienti rispetto a San Benedetto sono aumentati». I prodotti preferiti? «Faraona, anatra, quaglie, tacchinella natalizia e coniglio ripieno».

Non solo carne, a tavola non può mancare il pesce. «Per le feste i nostri clienti non si risparmiano», afferma Enrico Gatti. «Come sempre, a Natale, vendiamo polpo (a 25 euro al chilo), gattuccio per la burrida (a 12), e tonno (25 euro).

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